martedì 8 novembre 2016
I ragazzi troppo impegnati con lo studio trascurano le relazioni familiari. In Spagna, un'associazione di genitori promuove lo sciopero dei compiti.
Basta compiti nel fine settimana. La richiesta dei genitori spagnoli
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«Cara insegnante, Juan non ha potuto fare gli esercizi di matematica perché siamo andati al museo». Oppure: «Gentile maestra, Clara non ha studiato la poesia perché l’abbiamo portata in gita al parco». Ieri, i docenti di tantissime scuole spagnole si sono ritrovati questa comunicazione, scritta sul diario degli allievi. Lo stesso accadrà per tutti i lunedì di novembre. Questo mese, il Ceapa – l’associazione di genitori delle scuole pubbliche – ha proclamato il primo sciopero nazionale d ei compiti nel fine settimana. Secondo gli organizzatori, nei giorni di vacanza, i ragazzi non hanno tempo di stare con i familiari per l’eccessiva mole di cose da fare per la scuola. Da qui la curiosa protesta. Al posto, di problemi, divisioni ed esercizi di grammatica, bambini e genitori devono divertirsi insieme, realizzando vari tipi di attività: andare al cinema, scrivere un biglietto ai nonni, disegnare. Poi, mamma e papà scrivono nel diario dei figli quanto hanno fatto nel weekend al posto dei compiti. Non tutti l’hanno presa bene. Vari docenti ed esperti di educazione sostengono che per assimilare i concetti ci vuole tempo. Il lavoro a casa è dunque indispensabile. Tanti alunni, quindi, a dispetto della giustificazione, si sono beccati un brutto voto. O una nota. Anche se stavolta più che i ragazzi la meriterebbero i genitori.

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