giovedì 21 gennaio 2016
​La nuova legge facilita i ragazzi immigrati residenti in Italia almeno da quando avevano dieci anni.
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​Almeno nello sport nessuno sarà più straniero e tutti, italiani e cittadini di altri Paesi, saranno soltanto atleti, senza ulteriori distinzioni. È questa la grande novità della legge approvata nei giorni scorsi dal Parlamento, che introduce quello che è stato chiamato “ius soli sportivo”. In altre parole, la nuova legge facilita il tesseramento degli immigrati minorenni, residenti in Italia almeno da quando avevano dieci anni, equiparandolo a quello degli italiani. Il tesseramento sarà valido anche una volta che l’atleta avrà compiuto i 18 anni, fino a quando non sarà completata la procedura per la richiesta della cittadinanza italiana. Unica limitazione: questi ragazzi, non essendo cittadini italiani, non potranno far parte delle rappresentative nazionali. Ma potranno continuare a divertirsi con i propri compagni anche dopo i 14 anni. Con la vecchia legge, invece, oltre questa soglia d’età, i ragazzi dovevano sottoporsi a una lunga trafila, che spesso li costringeva a sospendere l’attività sportiva. Con grande dispiacere loro e dei compagni per una situazione che molti consideravano ingiusta.Ancora una volta, quindi, si punta sui valori dello sport (la sana competizione, la lealtà, lo spirito di collaborazione, la disciplina, il rispetto dell’avversario), per favorire l’integrazione nelle nostre comunità dei tanti ragazzi immigrati che già vivono accanto a noi e frequentano le scuole e gli oratori. Da adesso in avanti, potranno anche continuare a fare sport, senza dover sottostare a trafile burocratiche lunghissime.
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