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È una tendenza che si va consolidando. In Italia quasi quattro persone su dieci (il 38,16% della popolazione secondo recenti stime) scelgono di farsi cremare. Un’opzione che la Chiesa, dopo averla bocciata a lungo, oggi accetta pur continuando a consigliare la sepoltura. Ma quali sono le ragioni che portano alla decisione di essere cremati? Quali i motivi, di fede innanzitutto, che spingono la Chiesa a prediligere la sepoltura? E, ancora, ci sono limiti “di natura religiosa” alla cremazione? Sono le domande cui risponde il nuovo episodio del podcast “Taccuino celeste”, dai richiami alla Scrittura ai più recenti documenti magisteriali fino alla presentazione della figura di san Giuseppe d’Arimatea, il patrono di chi lavora nell’ambito dei funerali, come i necrofori e gli addetti alle pompe funebri. La Cartolina da Camaldoli, curata dai monaci benedettini della comunità toscana, riflette sul tema dell’episodio e invita soffermarsi sull’importanza dei cimiteri.
Taccuino celeste è un podcast dedicato ai temi della fede, della religione, ad approfondire in cosa crede chi crede. Negli ultimi episodi si è occupato, tra l’altro, del digiuno cristiano, dei nuovi peccati e di quelli veniali, di cosa pensa la Chiesa circa la possibilità che esista una forma di vita intelligente extraterrestre, della differenza tra indulgenza e sacramento della Confessione, del rapporto tra Chiesa e Carnevale, dell’acqua santa, del Credo nato dal Concilio di Nicea, delle domande che accompagnano il Natale cristiano, di come si è arrivati al dogma dell’Immacolata Concezione, della forza delle preghiere (se cioè si può domandare a Dio ogni cosa) dei criteri per riconoscere i miracoli, dell’abbigliamento dei preti nella vita di tutti i giorni, di Halloweeen in rapporto a Ognissanti, del dibattito sull’esistenza del diavolo.
Si può ascoltare Taccuino celeste sul sito di Avvenire e sulle principali piattaforme di streaming come Spotify, Amazon music, Spreaker, Apple podcast e YouTube. Ogni mercoledì un nuovo episodio. Per domande, suggerimenti, proposte di temi, consigli si può scrivere a: social@avvenire.it