lunedì 11 febbraio 2019
Prima dell'angelus Francesco ha riflettuto sul Vangelo di Luca e invita tutti a mettersi “con generosità” al servizio di Gesù, solcando mari carichi di sorprese
Il Papa prega per la vittime della tratta di esseri umani
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Il Figlio di Dio ci sprona a “non cadere vittime della delusione e dello scoraggiamento di fronte alle sconfitte” e ci invita a “uscire nel mare aperto dell’umanità del nostro tempo, per essere testimoni di bontà e di misericordia”. Così Papa Francesco, prima della preghiera dell’Angelus. Commentando il Vangelo odierno, che, nel racconto di Luca, propone la chiamata di san Pietro, il Pontefice chiarisce che ciascun cristiano è chiamato a rendere la propria “risposta della fede”: “è l’atteggiamento di disponibilità che il Signore chiede a tutti i suoi discepoli, soprattutto a quanti hanno compiti di responsabilità nella Chiesa”.

Si tratta, dunque, di superare la titubanza frutto “della nostra inadeguatezza” per rispondere con “generosità” e coraggio alla chiamata del “Maestro divino”, perché Dio, precisa il Papa, “se ci fidiamo di Lui, ci libera dal nostro peccato e ci apre davanti un orizzonte nuovo: collaborare alla sua missione”: «Così agisce con ciascuno di noi: ci chiede di accoglierlo sulla barca della nostra vita, per ripartire con Lui e solcare un nuovo mare, che si rivela carico di sorprese. Il suo invito a uscire nel mare aperto dell’umanità del nostro tempo, per essere testimoni di bontà e di misericordia, dà senso nuovo alla nostra esistenza, che rischia spesso di appiattirsi su sé stessa».

Il Papa prega per la vittime della tratta di esseri umani

Dopo l'Angelus Francesco ha invitato i fedeli a pregare in nome di santa Giuseppina Bakhita, affinché “le catene dei nostri fratelli possano essere spezzate" Il Papa chiede, quindi, a tutti di offrire una risposta “pronta e totale” e, sull’esempio della Vergine Santa, “modello di pronta adesione alla volontà di Dio”, di cedere al “fascino della chiamata del Signore” per “diffondere dappertutto la sua parola di salvezza”. «Il miracolo più grande compiuto da Gesù per Simone e gli altri pescatori delusi e stanchi, non è tanto la rete piena di pesci, quanto l’averli aiutati a non cadere vittime della delusione e dello scoraggiamento di fronte alle sconfitte. Li ha aperti a diventare annunciatori e testimoni della sua parola e del regno di Dio».

“Ringrazio tutti coloro che combattono su questo fronte”, ha ribadito Papa Francesco, ringraziando in modo particolare le tante religiose impegnate contro questo fenomeno

“Insieme contro la tratta” è stato il motto di quest’anno, e il Papa ha invitato tutti “ad unire le forze per vincere questa sfida”. “La preghiera è la forza che sostiene il nostro impegno comune”, ha ribadito invitando i fedeli a recitare una preghiera a santa Giuseppina Bakhita, venduta come schiava in Sudan a fine 800 e poi religiosa in Veneto. “Santa Giuseppina Bakhita, aiuta tutti quelli che sono intrappolati nella schiavitù” e “a nome loro, intercedi presso il Dio della Misericordia, in modo che le catene della loro prigionia possano essere spezzate”: recita la preghiera, distribuita in piazza San Piet

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