martedì 11 aprile 2017
Lunedì un gruppo di ragazzi protagonisti della serie televisiva della Rai “I Ragazzi del Bambino Gesù” hanno incontrato papa Francesco insieme ai genitori e ai medici che li hanno in cura
Il Papa ai ragazzi del Bambino Gesù: siete una famiglia che dà carezze
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«Grazie perché ci dai speranza e coraggio per il domani. Ti vogliamo bene». È una dedica corale quella consegnata a papa Francesco dai "Ragazzi del Bambino Gesù", i giovani protagonisti del documentario Rai girato nelle corsie dell'Ospedale Pediatrico della Santa Sede, in onda tutte le domeniche sera - per 10 puntate - su Rai3.
Roberto, Klizia, Letizia, Ginevra, Flavio, Giulia, Caterina, Sabrina, Alessia e il piccolo Simone (mancava solo Annachiara) hanno potuto incontrare papa Francesco in Vaticano nel corso di un'udienza privata carica di gioia e di commozione. I ragazzi erano accompagnati dai loro genitori e dai medici dell'Ospedale Bambino Gesù che li hanno in cura. Erano presenti anche il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, la produttrice creativa del programma, Simona Ercolani, la presidente dell'Ospedale Pediatrico del Gianicolo, Mariella Enoc. Per tutti quanti papa Francesco ha avuto parole di apprezzamento e incoraggiamento, ricambiando la dedica affettuosa dei ragazzi: "Alla famiglia del Bambino Gesù con la mia benedizione, e chiedendo di pregare per me".

Così il Papa si è rivolto ai ragazzi: «Grazie per queste fotografie, per questo libro, anche per la dedica…Sono tante storie. Ognuno di voi è una storia. Non solo i bambini ammalati, ma anche i medici, gli infermieri, quelli che visitano, le famiglie…Io dirò due cose che mi vengono adesso.

Una l'ho notata quando siete venuti… Due mesi fa?... Il 15 dicembre scorso. Ho salutato e c'era la dottoressa Enoc che mi accompagnava nel saluto, con qualche medico, e mi presentavano le persone. Sapevano i nomi di tutti, di ognuno: "Questo sta lottando per questa malattia…". Sapevano anche cosa succedeva nella loro vita. E io ho percepito – lo avete detto anche voi, e poi riprenderò quello che avete detto voi – ho percepito che più che un ospedale questa è una famiglia, che è una delle parole che voi avete detto. Era più importante il nome, la persona, e solo alla fine si diceva la malattia, ma come un incidente, una cosa secondaria. C'è famiglia, no?


E poi l'altra l'abbiamo vista adesso, no? Tu eri lì un po' vergognosa di alzarti e a fare una brutta figura davanti a questo apparecchio [la telecamera] e la direttrice, che è un po' come una mamma, si è avvicinata e ha detto "Vieni", e ti ha fatto coraggio. Questo è bello di una famiglia, questo è bello… Entrare in un ospedale fa sempre paura, io lo vedo quando mi avvicino ad alcuni bambini, non tutti ma alcuni, piccolini, che mi vedono in bianco, incominciano a piangere, pensano che sia il medico per fare il vaccino, e piangono e hanno paura, poi faccio loro due carezze e si tranquillizzano. Perché c'è sempre la funzione, l'ospedale… si deve fare questo… e c'è il pericolo, il rischio di dimenticare la medicina più importante che soltanto una famiglia può dare: le carezze! È una medicina troppo costosa, perché per averla, per poterla fare tu devi mettercela tutta, metterci tutto il cuore, tutto l'amore. E da voi ci sono le carezze! Le carezze dei medici, degli infermieri, della Direttrice, di tutti.


Il Bambino Gesù, in questo ultimo periodo, è cresciuto tanto, è diventato una famiglia… Il bambino, il malato lì trova una famiglia. Famiglia e comunità, due parole che voi avete detto e ripetuto, e per questo voglio ringraziarvi, perché il Bambino Gesù è una testimonianza, una testimonianza umana… Umana. È un ospedale cattolico, e per essere cattolico prima tu devi essere umano, e voi date una testimonianza umana, oggi. Per favore, andare avanti su questa via sempre, crescere su questa via. Vi ringrazio, e prima di salutarvi uno a uno, perché in una famiglia tutti dobbiamo essere educati e salutarci, io chiederò alla Dott.ssa Enoc che ci dica qualcosa dei progetti, della Siria…»
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Dopo l'intervento della presidente dell'Ospedale Mariella Enoc, papa Francesco si rivolge nuovamente ai presenti: «Avete visto che anche l'eliporto vaticano è stato preso da lei (ride), e quando ci sono dei bambini che hanno urgenza di arrivare all'ospedale, arrivano in elicottero qui e passano dall'altra parte. Sa muoversi, ma non solo lei, tutti, perché è stato contagioso questo spirito, e anche lei ha avuto questo contagio da voi e così l'uno all'altro. Siete una famiglia! Chi è più importante in una famiglia? La mamma, il papà, i fratelli più grandi, i nonni, i bambini…ognuno è più importante, e voi siete tutti importanti, ma sempre insieme.
Adesso, prima di salutarvi uno per uno, chiederò al Signore che vi benedica. E per favore pregate per me, non dimenticatevi! Grazie».
I Ragazzi del Bambino Gesù, ideato e realizzato per la RAI da Stand By Me, racconta per la prima volta sotto forma di serie televisiva la storia di 12 bambini e ragazzi, dai 5 ai 18 anni, alle prese con gravi malattie. Un intero anno di riprese per raccontare con verità e delicatezza la coraggiosa lotta per la vita intrapresa dai giovani protagonisti con l'aiuto delle loro famiglie, del personale sanitario, degli operatori delle case di accoglienza. Il progetto è patrocinato dal Ministero della Salute e dall'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza. Presentando l'iniziativa Santo Padre, la presidente Enoc ha riferito del sostegno ricevuto da mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, che ha definito la serie "un coraggioso racconto di soglia, che contagia di passione per l'umano e apre alla possibilità del Vangelo".

Al termine dell'udienza con il Papa, i ragazzi con le famiglie hanno incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ringraziandolo per quanto l'Ospedale Pediatrico della Santa Sede ha fatto per loro e fa ogni giorno per tanti bambini non solo italiani, ma provenienti da tutto il mondo.

«E' stata un'udienza imprevista e imprevedibile» ha dichiarato la presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc. «I ragazzi hanno comunicato al Papa il significato del loro racconto, del loro mettersi in gioco e il Papa ha raccolto con grande paternità le loro parole, sottolineando l'importanza di essere accolti anche in Ospedale come in una famiglia, curati non solo dalle medicine ma anche dalle carezze di chi ci vuole bene».

«Raccontare le realtà più difficili e drammatiche è parte della nostra missione» ha detto il direttore generale Rai Antonio Campo Dall'Orto. «La vita ci mette alla prova continuamente, a volte in maniera durissima e inaspettata come capita ai bambini e ai ragazzi del Bambino Gesù. La speranza e la gioia, che accomunano queste storie, sono sentimenti universali per i quali dobbiamo lottare. "I ragazzi del Bambino Gesù" insegna a non dimenticarlo mai e sono convinto che il racconto delle loro storie, delle loro famiglie e di tutti coloro che se ne prendono cura, possa infondere forza e coraggio a chi purtroppo si trova in situazioni analoghe. Essere ricevuti dal Santo Padre, che ho personalmente ringraziato di cuore per le sue parole, è stato il coronamento di un progetto straordinario di cui l'intera Rai si sente orgogliosa».



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