giovedì 19 ottobre 2017
L'invito del Papa: non possiamo "crescere nella santità senza crescere in una comunione maggiore". "La fede diventa tangibile soprattutto quando si concretizza nell'amore" nel servizio ai poveri
Papa Francesco ai metodisti: insieme sulla via della piena comunione
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Facendo riferimento al libro del Levitico (Lv 25,10) in cui il Signore annuncia a Mosè che il cinquantesimo anno prevede la liberazione degli schiavi, e con la citazione del Decreto Unitatis redintegratio del Vaticano II - l’incoraggiamento ad un dialogo tra i cristiani di diverse confessioni condotto “con amore della verità, con carità e con umiltà” - papa Francesco ha aperto il suo discorso alla Delegazione del Consiglio Metodista Mondiale.

A riportare la notizia è la Radio Vaticana.

L’occasione è stata l’anniversario dei 50 anni dall’inizio del dialogo teologico metodista-cattolico, un cammino in cui "siamo fratelli che, dopo un lungo distacco, sono felici di ritrovarsi e riscoprirsi a vicenda".
"Gli altri familiari di Dio possono aiutarci ad avvicinarci ancora di più al Signore - ha proseguito il Papa, ricordando l’invito alla santità del teologo John Wesley, fondatore del movimento protestante metodista - e stimolarci a offrire una testimonianza più fedele al Vangelo". Fede tangibile che "si concretizza nell'amore" e in particolare "nel servizio ai poveri", come risposta all'antico invito della Parola: Proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti”.
Si tratta della "stessa chiamata alla santità che, essendo chiamata alla vita di comunione con Dio - ha evidenziato papa Francesco - è necessariamente chiamata alla comunione con gli altri".


Da qui l’esortazione di papa Francesco a "cresce in una comunione maggiore", di proseguire il cammino "con la nuova fase di dialogo che sta per avviarsi sul tema della riconciliazione", nella certezza dell’opera dello Spirito di Dio che sempre crea carismi nuovi e "il miracolo dell’unità riconciliata".
Il dono della Grazia che "abbiamo scoperto gli uni negli altri", il conseguente arricchimento reciproco e la consapevolezza di essere "fratelli e sorelle in Cristo", segnano quel tempo nuovo - spiega il Papa - in cui "prepararsi, con speranza umile e impegno concreto", al “riconoscimento pieno che avrà luogo, con l’aiuto di Dio, quando finalmente potremo ritrovarci insieme nella frazione del Pane".

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