giovedì 9 febbraio 2017
La Chiesa accanto agli ebrei contro l'antisemitismo: “L’atteggiamento antisemitico è contrario in tutto ai principi cristiani e a ogni visione che sia degna dell’uomo”.
29 luglio 2016. Papa Francesco nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.

29 luglio 2016. Papa Francesco nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.

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“Se la cultura dell’incontro e della riconciliazione genera vita e produce speranza, la non-cultura dell’odio semina morte e miete disperazione”. Lo ha ribadito il Papa nel discorso rivolto a una delegazione della “Anti-Defamation League, organizzazione che intrattiene rapporti con la Santa Sede dal tempo del Concilio Vaticano II.

“Lo scorso anno mi sono recato al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau”, ha affermato papa Francesco ricordando la visita in Polonia per la Giornata mondiale della gioventù: “Non ci sono parole e pensieri adeguati di fronte a simili orrori della crudeltà e del peccato; c’è la preghiera, perché Dio abbia pietà e perché tali tragedie non si ripetano”, ha aggiunto riferendosi indirettamente al suo ingresso, in silenzio, dai cancelli del campo di concentramento.

“Per questo continuiamo ad aiutarci gli uni gli altri, come auspicava il Santo Padre Giovanni Paolo II, ad abilitare la memoria a svolgere il suo necessario ruolo nel processo di costruzione di un futuro nel quale l’indicibile iniquità della Shoah non sia mai più possibile”, ha affermato il Papa auspicando “un futuro di autentico rispetto per la vita e per la dignità di ogni popolo e di ogni essere umano”.

“Purtroppo, l’atteggiamento antisemitico, che nuovamente deploro, in ogni sua forma, come contrario in tutto ai principi cristiani e ad ogni visione che sia degna dell’uomo, è tutt'oggi ancora diffuso”, il grido d’allarme di papa Francesco: “Ribadisco che la Chiesa cattolica si sente particolarmente in dovere di fare quanto è in suo potere, insieme ai nostri amici ebrei, per respingere le tendenze antisemite”.

Coltivare la giustizia, accrescere la concordia, sostenere l’integrazione, senza mai stancarsi; solo così si potranno raccogliere frutti di pace” ha sottolineato ancora il Papa “mettere a disposizione i mezzi per una vita degna, promuovere la cultura e favorire dovunque la libertà di culto, anche proteggendo i credenti e le religioni da ogni manifestazione di violenza e strumentalizzazione, sono i migliori antidoti contro l’insorgere dell’odio”, ha concluso Francesco.


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