sabato 14 ottobre 2017
Adorare, accogliere e andare: sono i 3 verbi che il Papa ha indicato alla Famiglia Vincenziana in piazza San Pietro: «San Vincenzo ci aiuti "a valorizzare il Dna dell'accoglienza e della comunione"
Papa: «Chi ama non sta in poltrona a guardare, si alza e va» nel mondo
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"Il cristiano accogliente è un vero uomo e donna di Chiesa, perché la Chiesa è Madre e una madre accoglie la vita e la accompagna": e "allora è un figlio veramente fedele della Chiesa chi è accogliente, chi senza lamentarsi crea concordia e comunione e con generosità semina pace, anche se non viene ricambiato".

È quanto ha affermato papa Francesco incontrando oggi in piazza San Pietro i partecipanti al Simposio mondiale della Famiglia
Vincenziana
, riunitisi in questi giorni a Roma da 99 Paesi del mondo in occasione dei 400 anni dalla fondazione. E nell'invocare San Vincenzo papa Francesco ha chiesto il suo aiuto per "valorizzare questo DNA ecclesiale dell’accoglienza, della disponibilità, della comunione, perché nella nostra vita scompaiano ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità".

Il testo integrale del discorso di papa Francesco è stato pubblicato sul sito della Santa Sede.



Ricordando che San Vincenzo de' Paoli "ha generato uno slancio di carità che dura nei secoli", il Papa ha incoraggiato la Famiglia Vincenziana "a proseguire questo cammino", proponendole "tre semplici verbi che credo molto importanti per lo spirito vincenziano, ma anche per la vita cristiana in generale: adorare, accogliere, andare".

I tre verbi di papa Francesco: adorare significa comportarsi con gli altri come Dio fa con noi

A proposito dell'"adorare", il Papa ha ricordato che "sono innumerevoli gli inviti di San Vincenzo a coltivare la vita interiore e a
dedicarsi alla preghiera che purifica e apre il cuore. Per lui la preghiera è essenziale. È la bussola di ogni giorno, è come un manuale di vita". "Chi adora, chi frequenta la sorgente viva dell'amore non può che rimanerne, per così dire, "contaminato" - ha spiegato -. E comincia a comportarsi con gli altri come il Signore fa con Lui: diventa più misericordioso, più comprensivo, più disponibile, supera le proprie rigidità e si apre agli altri".

Accogliere: rinunciare all'io e far entrare nella vita il noi

"Accogliere è una disposizione profonda - ha sottolineato -: non richiede solo di far posto a qualcuno, ma di essere persone accoglienti, disponibili, abituate a darsi agli altri. Come Dio per noi, così noi per gli altri". Secondo Francesco, "accogliere significa ridimensionare il proprio io, raddrizzare il modo di pensare, comprendere che la vita non è la mia proprietà privata e che il tempo non mi appartiene. È un lento distacco da tutto ciò che è mio: il mio tempo, il mio riposo, i miei diritti, i miei programmi, la mia agenda. Chi accoglie rinuncia all'io e fa entrare nella vita il tu e il noi".

Andare: chi ama non sta in poltrona a guardare, si alza e va

Per quanto riguarda invece "l'ultimo verbo, andare", il Papa ha osservato che "l'amore è dinamico, esce da sé. Chi ama non sta in poltrona a guardare, aspettando l'avvento di un mondo migliore, ma con entusiasmo e semplicità si alza e va". "Cari fratelli e sorelle - ha concluso -, vi ringrazio perché siete in movimento per le strade del mondo, come San Vincenzo vi chiederebbe anche oggi. Vi auguro di non fermarvi, ma di continuare ad attingere ogni giorno dall'adorazione l'amore di Dio e di diffonderlo nel mondo attraverso il buon contagio della carità, della disponibilità, della concordia. Benedico tutti voi e i poveri che incontrate".

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