venerdì 21 dicembre 2018
Nel discorso del Papa alla Curia Romana l'invito a consegnare alla giustizia i responsabili di abusi sessuali e di potere. Il Sinodo dei giovani e le riforme tra le "gioie" dell'anno che finisce
Papa Francesco: anche nella Chiesa abusi e corruzione
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"Sarebbe brutta una Chiesa senza speranza!" ha esclamato papa Francesco nel suo sesto discorso alla Curia Romana per lo scambio degli auguri natalizi, in quello che è una sorta di bilancio dell'anno vissuto dalla Chiesa.

IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DEL PAPA

"Cari fratelli e sorelle, nel mondo turbolento, la barca della Chiesa quest'anno ha vissuto e vive momenti difficili, ed è stata investita da tempeste e uragani", ma "il Natale - ha detto - ci conferma nella speranza che non delude mai. Quella speranza dalla quale dipende la vita di ciascuno di noi e tutta la storia della Chiesa e del mondo. Gesù, in realtà, nasce in una situazione sociopolitica e religiosa carica di tensione, di agitazioni e di oscurità. La sua nascita, da una parte attesa e dall'altra rifiutata, riassume la logica divina che non si ferma dinanzi al male, anzi lo trasforma radicalmente e gradualmente in bene, e anche la logica maligna che trasforma perfino il bene in male, per portare l'umanità a rimanere nella disperazione e nelle tenebre: 'la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta'".

"LA CHIESA INVESTITA DA TEMPESTE E URAGANI"

Sui momenti difficili che hanno investito la Chiesa, il Papa ha usato parole molto nette, parlando di "tempeste e uragani". Alcuni, aggiunge, "sbalorditi dalle notizie, hanno iniziato a perdere la fiducia in essa e ad abbandonarla; altri, per paura, per interesse, per secondi fini, hanno cercato di percuotere il suo corpo aumentandone le ferite; altri non nascondono la loro soddisfazione nel vederla scossa; moltissimi però continuano ad aggrapparsi con la certezza che 'le porte degli inferi non prevarranno contro di essa'. Intanto la Sposa di Cristo prosegue il suo pellegrinaggio tra gioie e afflizioni, tra successi e difficoltà, esterne e interne. Certamente le difficoltà interne rimangono sempre quelle più dolorose e distruttive".

"L'essere cristiani, in generale, e per noi in particolare l'essere unti, consacrati del Signore non significa comportarci come una cerchia di privilegiati che credono di avere Dio in tasca, ma da persone che sanno di essere amate dal Signore nonostante il nostro essere peccatori e indegni. I consacrati, infatti, non sono altro che servi nella vigna del Signore che devono dare, a tempo debito, il raccolto e il ricavato al Padrone della vigna".

"La Bibbia e la storia della Chiesa - ha proseguito papa Francesco - ci danno la dimostrazione che tante volte perfino gli stessi eletti, strada facendo, iniziano a pensare, a credere e a comportarsi come padroni della salvezza e non come beneficiari, come controllori dei misteri di Dio e non come umili distributori, come doganieri di Dio e non come servitori del gregge loro affidato. Tante volte – per zelo eccessivo e mal indirizzato – invece di seguire Dio ci si mette davanti a Lui, come Pietro che criticò il Maestro e meritò il rimprovero più duro che Cristo abbia mai rivolto a una persona: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

I NUOVI MARTIRI DI OGGI INDICATI DA PAPA FRANCESCO

Parlando delle afflizioni, papa Francesco è tornato oggi a denunciare le strumentalizzazioni politiche sulla questione migratoria, per avere vantaggi elettorali. "Quanti immigrati, costretti a lasciare la patria e a rischiare la vita, incontrano la morte, o quanti sopravvivono ma trovano le porte chiuse e i loro fratelli in umanità impegnati nelle conquiste politiche e di potere. Quanta paura e pregiudizio!", ha sottolineato Francesco che ha anche ricordato "quante persone vengono sistematicamente torturate ancora oggi nelle stazioni di polizia, nelle carceri e nei campi dei profughi in diverse parti del mondo!". Il Papa ha poi elencato le altre vittime delle ingiustizie nel mondo di oggi: "Quante persone e quanti bambini muoiono ogni giorno per mancanza di acqua, di cibo e di medicine! Quanta povertà e miseria! Quanta violenza contro i deboli e contro le donne! Quanti scenari di guerre dichiarate e non dichiarate! Quanto sangue innocente viene versato ogni giorno!". "Quanta disumanità e brutalità ci circondano da ogni parte!", ha esclamato con angoscia Francesco. "Viviamo anche, in realtà, una nuova epoca di martiri. Sembra che la crudele e atroce persecuzione dell’impero romano non conosca fine. Nuovi Neroni nascono continuamente per opprimere i credenti, soltanto per la loro fede in Cristo. Nuovi gruppi estremisti si moltiplicano prendendo di mira le chiese, i luoghi di culto, i ministri e i semplici fedeli. Nuovi e vecchi circoli e conventicole vivono nutrendosi di odio e ostilità verso Cristo, la Chiesa e i credenti. Quanti cristiani vivono ancora oggi sotto il peso della persecuzione, dell’emarginazione, della discriminazione e dell’ingiustizia in tante parti del mondo! Continuano, tuttavia, coraggiosamente ad abbracciare la morte per non negare Cristo. Quanto è difficile, ancora oggi, vivere liberamente la fede in tante parti del mondo ove manca la libertà religiosa e la libertà di coscienza!

GLI ABUSI DI POTERE, DI COSCIENZA E SESSUALI

"L’esempio eroico dei martiri e dei numerosissimi buoni samaritani, ossia dei giovani, delle famiglie, dei movimenti caritativi e di volontariato e di tanti fedeli e consacrati, non ci fa scordare la contro-testimonianza e gli scandali di alcuni figli e ministri della Chiesa". È l’analisi del Papa, che nel discorso rivolto alla Curia Romana ha fatto ancora una volta riferimento "alle piaghe degli abusi e dell’infedeltà".

"La Chiesa da diversi anni è seriamente impegnata a sradicare il male degli abusi, che grida vendetta al Signore, al Dio che non dimentica mai la sofferenza vissuta da molti minori a causa di chierici e persone consacrate: abusi di potere, di coscienza e sessuali". Lo ha assicurato Papa Francesco nel discorso alla Curia Romana per lo scambio degli auguri natalizi sottolineando che "l'esempio eroico dei martiri e dei numerosissimi buoni samaritani, ossia dei giovani, delle famiglie, dei movimenti caritativi e di volontariato e di tanti fedeli e consacrati, non ci fa scordare comunque la contro-testimonianza e gli scandali di alcuni figli e ministri della Chiesa". "I peccati e i crimini delle persone consacrate - ha continuato - si colorano di tinte ancora più fosche di infedeltà, di vergogna e deformano il volto della Chiesa minando la sua credibilità. Infatti, la Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vittima di queste infedeltà e di questi veri e propri reati di peculato". "Cari fratelli e sorelle - ha scandito - sia chiaro che dinanzi a questi abomini la Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti. La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso".

IL GRAZIE DEL PAPA AI MEDIA CHE HANNO DATO VOCE ALLE VITTIME DI PEDOFILIA

"Vorrei ringraziare vivamente quegli operatori dei media che sono stati onesti e oggettivi e che hanno cercato di smascherare questi lupi e di dare voce alle vittime - ha aggiunto il Papa -. Anche se si trattasse di un solo caso di abuso - che rappresenta già di per sé una mostruosità - la Chiesa chiede di non tacere e di portarlo oggettivamente alla luce, perché lo scandalo più grande in questa materia è quello di coprire la verità".

TRE TIPI DI ABUSO: SESSUALE, DI POTERE E DI COSCIENZA

Tre tipi di abusi commessi perfino dal re Davide, che "nonostante il suo essere eletto, re e unto del Signore, commise un triplice peccato, cioè tre gravi abusi insieme: abuso sessuale, di potere e di coscienza. Tre abusi distinti, che però convergono e si sovrappongono". "La storia inizia – ha ricordato il Papa raccontandola – quando il re, pur essendo esperto di guerra, rimane a casa a oziare invece di andare in mezzo al popolo di Dio in battaglia. Davide approfitta, per suo comodo e interesse, del suo essere il re (abuso di potere). L’unto, abbandonandosi alla comodità, inizia l’irrefrenabile declino morale e di coscienza. Ed è proprio in questo contesto che egli, dalla terrazza della reggia, vede Betsabea, moglie di Uria l’ittita, mentre fa il bagno e se ne sente attratto. La manda a chiamare e si unisce a lei (altro abuso di potere, più abuso sessuale). Così abusa di una donna sposata e sola, e per coprire il suo peccato, richiama a casa Uria e cerca invano di convincerlo a passare la notte con la moglie. E successivamente ordina al capo dell’esercito di esporre Uria a morte certa in battaglia (altro abuso di potere, più abuso di coscienza). La catena del peccato si allarga a macchia d’olio e diventa rapidamente una rete di corruzione".

"Dalle scintille dell’accidia e della lussuria, e dall'‘abbassare la guardia’, inizia la catena diabolica dei peccati gravi: adulterio, menzogna e omicidio", la sintesi del Papa: “Presumendo, essendo re, di poter fare tutto e ottenere tutto, Davide cerca anche di ingannare il marito di Betsabea, la gente, sé stesso e perfino Dio. Il re trascura la sua relazione con Dio, trasgredisce i comandamenti divini, ferisce la propria integrità morale, senza neanche sentirsi in colpa. L’unto continuava a esercitare la sua missione come se niente fosse. L’unica cosa che gli importava era salvaguardare la sua immagine e la sua apparenza”. “Perché coloro che non si accorgono di commettere gravi mancanze contro la Legge di Dio possono lasciarsi andare ad una specie di stordimento o torpore. Dato che non trovano niente di grave da rimproverarsi, non avvertono quella tiepidezza che a poco a poco si va impossessando della loro vita spirituale e finiscono per logorarsi e corrompersi”, ha commentato Francesco citando l’Esortazione apostolica, Gaudete et exsultate: "Da peccatori finiscono per diventare corrotti". "Anche oggi ci sono ‘unti del Signore’, uomini consacrati, che abusano dei deboli, approfittando del proprio potere morale e di persuasione", la denuncia del Papa: "Compiono abomini e continuano a esercitare il loro ministero come se niente fosse; non temono Dio o il suo giudizio, ma temono soltanto di essere scoperti e smascherati. Ministri che lacerano il corpo della Chiesa, causando scandali e screditando la missione salvifica della Chiesa e i sacrifici di tanti loro confratelli. Anche oggi tanti Davide, senza batter ciglio, entrano nella rete di corruzione, tradiscono Dio, i suoi comandamenti, la propria vocazione, la Chiesa, il popolo di Dio e la fiducia dei piccoli e dei loro familiari. Spesso dietro la loro smisurata gentilezza, impeccabile operosità e angelica faccia, nascondono spudoratamente un lupo atroce pronto a divorare le anime innocenti. I peccati e i crimini delle persone consacrate si colorano di tinte ancora più fosche di infedeltà, di vergogna e deformano il volto della Chiesa minando la sua credibilità. Infatti, la Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vittima di queste infedeltà e di questi veri e propri 'reati di peculato'".


TRA LE GIOIE DELLA CHIESA PER QUEST'ANNO: IL SINODO DEI GIOVANI
Le “gioie” sono state “numerose” quest’anno per la Chiesa. Lo ha detto il Papa, che nel discorso alla Curia per gli auguri di Natale ha citato “la buona riuscita del Sinodo dedicato ai giovani” e “i passi finora compiuti nella riforma della Curia: ad esempio i lavori di chiarimento e di trasparenza nell’economia; i lodevoli sforzi compiuti dall’Ufficio del revisore generale e dall’Autorità di informazione finanziaria; i buoni risultati raggiunti dall’Istituto per le Opere di religione; la nuova Legge dello Stato della Città del Vaticano; il Decreto sul lavoro in Vaticano, e tante altre realizzazioni meno visibili”. Poi Francesco ha ricordato i nuovi beati e santi, “pietre preziose” della Chiesa, tra i quali “è doveroso menzionare i diciannove martiri d’Algeria”.
Senza contare la “santità della porta accanto”, “l’alto numero di fedeli che ogni anno, ricevendo il Battesimo, rinnovano la giovinezza della Chiesa, quale madre sempre feconda, e i numerosissimi figli che rientrano a casa e riabbracciano la fede e la vita cristiana; le famiglie e i genitori che vivono seriamente la fede e la trasmettono quotidianamente ai propri figli attraverso la letizia del loro amore; la testimonianza di tanti giovani che scelgono coraggiosamente la vita consacrata e il sacerdozio”. “Un vero motivo di gioia è anche il grande numero di consacrati e consacrate, vescovi e sacerdoti, che vivono quotidianamente la loro vocazione in fedeltà, silenzio, santità e abnegazione”, ha sottolineato il Papa: “Sono persone che illuminano il buio dell’umanità, con la loro testimonianza di fede, di amore e di carità. Persone che lavorano pazientemente, per amore a Cristo e al suo Vangelo, a favore dei poveri, degli oppressi e degli ultimi, senza cercare di mettersi sulle prime pagine dei giornali o di occupare i primi posti. Persone che, lasciando tutto e offrendo la loro vita, portano la luce della fede dove Cristo è abbandonato, assetato, affamato, carcerato e nudo”. “Penso particolarmente ai numerosi parroci che offrono ogni giorno buon esempio al popolo di Dio, sacerdoti vicini alle famiglie, conoscono i nomi di tutti e vivono la loro vita in semplicità, fede, zelo, santità e carità”, l’omaggio di Francesco: “Persone dimenticate dai mass media ma senza le quali regnerebbe il buio”.
La forza di qualsiasi istituzione non risiede nell’essere composta da uomini perfetti – ha ribadito il Papa – ma nella sua volontà di purificarsi continuamente; nella sua capacità di riconoscere umilmente gli errori e correggerli; nella sua abilità di rialzarsi dalle cadute; nel vedere la luce del Natale che parte dalla mangiatoia di Betlemme, percorre la storia e arriva fino alla Parusia”. “Il Natale è la festa del Dio grande che si fa piccolo e nella sua piccolezza non smette di essere grande”, ha ricordato Francesco, secondo il quale “in questa dialettica c’è la tenerezza di Do, quella parola che la mondanità sempre cerca di togliere dal dizionario”. “Il Natale ci dona ogni anno la certezza che la luce di Dio continuerà a brillare nonostante la nostra miseria umana; la certezza che la Chiesa uscirà da queste tribolazioni, ancora più bella e purificata e splendida”, ha garantito il Papa: “Perché tutti i peccati, le cadute e il male commesso da alcuni figli della Chiesa non potranno mai oscurare la bellezza del suo volto, anzi, danno perfino la prova certa che la sua forza non sta in noi, ma sta soprattutto in Cristo Gesù, Salvatore del mondo e Luce dell’universo, che la ama e ha dato la sua vita per lei. Il Natale dà la prova che i gravi mali commessi da taluni non potranno mai offuscare tutto il bene che la Chiesa compie gratuitamente nel mondo. Il Natale dà la certezza che la vera forza della Chiesa e del nostro lavoro giornaliero, tante volte nascosto, sta nello Spirito Santo che la guida e la protegge attraverso i secoli, trasformando perfino i peccati in occasioni di perdono, le cadute in occasioni di rinnovamento, il male in occasione di purificazione e vittoria”.


IL VIDEO INTEGRALE DEL DISCORSO ALLA CURIA ROMANA PER IL NATALE

IN REGALO AI CARDINALI IL COMPENDIO DI TEOLOGIA ASCETICA E MISTICA DI TANQUEREY

Al termine del suo discorso alla Curia Romana, nella Sala Clementina, in occasione degli auguri natalizi, il Papa ha regalato ai cardinali e ai superiori il “Compendio di teologia ascetica e mistica” di Adolphe Tanquerey, nell’edizione a cura di padre Daniele Libanori e padre Giuseppe Forlai, entrambi della diocesi di Roma. “Credo che è bene, magari non leggerlo tutto ma cercare nell’indice su questa virtù, su questo atteggiamento…”, ha spiegato Francesco rivolgendosi a braccio ai presenti: “Ci farà bene per la riforma di ognuno di noi e per la riforma della Chiesa”, ha assicurato Francesco.

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