giovedì 2 novembre 2017
Nel giorno della Commemorazione dei Defunti Bergoglio ha visitato il cimitero americano di Nettuno: preghiera davanti alle tombe, poi Messa per tutti i Caduti delle guerre.
Papa Francesco depone dei fiori alle Fosse Ardeatine (Ansa)

Papa Francesco depone dei fiori alle Fosse Ardeatine (Ansa)

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Nel giorno dedicato al ricordo e alla preghiera per i defunti Papa Francesco ha scelto di fare visita al cimitero americano di Nettuno, dove ha celebrato la Messa, e alle Fosse Ardeatine.

Dopo aver celebrato la Messa al cimitero americano di Nettuno, papa Francesco è andato a pregare al memoriale delle fosse Ardeatine, luogo della strage nazista del 24 marzo 1944 e dove sono deposte le spoglie della 335 vittime. Ad accoglierlo, tra gli altri, il Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni e il presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. "Ci ritroviamo insieme per ricordare cose terribili, quello che è successo". Con queste parole il rabbino capo di Roma si è rivolto a Papa Francesco alle Fosse Ardeatine, mentre gli mostrava il luogo dove i 335 martiri furono uccisi il 24 marzo 1944.

Papa Francesco alle Fosse Ardeatine

Il Papa ha sostato per quattro minuti in preghiera davanti alla cancellata che delimita il luogo dove furono uccisi con un colpo alla nuca 355 italiani, militari e civili, e tra loro 75 ebrei, in rappresaglia all'attentato compiuto dai partigiani in via Rasella. Lasciata la cancellata, papa Francesco è entrato nelle grotte dove ci sono le lapidi dei defunti identificati, ha deposto mazzi di fiori su alcune tombe a ha percorso da solo, in silenzio, i corridoi che le delimitano.

"Dio di Abramo di Isacco e di Giacobbe - ha pregato Francesco - con questo nome ti sei presentato per liberare il tuo popolo dalla schiavitù dell'Egitto, hai osservato la miseria del tuo popolo e hai detto: 'conosco le sue sofferenze'. Dio di ciascuno dei 335 uomini trucidati qui, i cui resti riposano nelle tombe. Tu conosci i loro volti e i loro nomi. Non sei Dio dei morti ma dei viventi. Fa o Signore - ha continuato ad alta voce - che ci togliamo i calzari dell'egoismo e dell'indifferenza e attraverso il roveto ardente di questo mausoleo ascoltiamo in silenzio il tuo nome".

"Questi sono i frutti della guerra: odio, morte, vendetta...Perdonaci, Signore". Queste le parole che il Papa ha scritto firmando il Libro d'Onore del Sacrario delle Fosse Ardeatine.

Il video. Papa Francesco alle Fosse Ardeatine

Papa Francesco al cimitero di Nettuno: mai più la guerra

Papa Francesco, con i paramenti liturgici viola, nel celebrare la Messa al cimitero americano di Nettuno, dove sono sepolti oltre 7mila americani, anche crocerossine, morti in Italia durante la Seconda guerra mondiale si è soffermato sulla speranza di incontrare Dio, di rincontrarci tutti noi come fratelli, denunciando la guerra come inutile strage.

«Tutti noi oggi siamo qui radunati nella speranza. La speranza di incontrare Dio e di incontrarci tutti noi come fratelli: questa speranza non delude». La speranza tante volte nasce, «mette le sue radici in tante piaghe umane, in tanti dolori umani - così papa Francesco nell'omelia della Messa celebrata al cimitero americano di Nettuno -. Tante volte diciamo 'per favore Signore fermati. Basta guerra, non più questa strage inutile'. Per favore Signore, non più la guerra, non più, non più questa strage inutile, come avrebbe detto Benedetto XV. Meglio sperare senza questa distruzione, giovani, a migliaia, a migliaia, a migliaia, speranze rotte, non più Signore, e questo dobbiamo dirlo oggi in questo luogo in modo speciale per questi ragazzi, oggi che il mondo è un'altra volta in guerra e si prepara per andare ancora in guerra, non più Signore, non più, con la guerra si perde tutto».

Il video della Messa per tutte le vittime della guerra al cimitero di Nettuno

Papa Francesco ha poi citato quell'anziana che guardando le rovine di Hiroshima con rassegnazione sapienziale e molto dolore, con quella rassegnazione che sanno avere le donne, disse: «Gli uomini fanno del tutto per dichiarare e fare una guerra e alla fine distruggono se stessi». «Questa - ha continuato papa Francesco - è una guerra, la distruzione di noi stessi. Quell'anziana aveva perso dei figli e dei nipotini, solo aveva la piaga nel cuore e le lacrime».

«Se oggi, è un giorno di speranza, oggi è anche un giorno di lacrime», ha proseguito papa Francesco, che nella parte finale dell’omelia a braccio pronunciata dal Cimitero americano di Nettuno ha citato le lacrime «che sentivano e facevano le donne quando arrivava la posta: ‘Lei signora ha l’onore che suo marito è stato un eroe della patria… che i suoi figli sono eroi della patria’». «Sono lacrime che oggi l’umanità non deve dimenticare!», l’appello di Francesco: «Questo orgoglio di quest’umanità che non ha imparato la lezione e sembra che non voglia impararla». «Quando tante volte nella storia gli uomini pensano di fare una guerra – ha ammonito – sono convinti di portare un mondo nuovo, sono convinti di fare una primavera: e finisce in inverno, brutto, crudele, il regno del terrore, della morte». «Oggi preghiamo per tutti i defunti – l’invito finale del Papa – tutti, ma in modo speciale per questi giovani, in un momento dove tanti muoiono nelle battaglie di ogni giorno, in questa guerra a pezzetti. Preghiamo anche per i morti d’oggi, i morti di guerra, anche i bambini innocenti. Questo è il frutto della guerra: la morte. Che il Signore ci dia la grazia di piangere».

Papa Francesco era giunto nella cittadina laziale di Nettuno intorno alle 15 e si è fermato in mezzo alle tombe, tra le quali quella di un ignoto, un italo-americano e un ebreo, per un momento di preghiera; subito dopo è stato accolto in sagrestia dal vescovo di Albano Marcello Semeraro, dalla direttrice del cimitero, Melanie Resto, dal sindaco di Nettuno Angelo Casto, e dal sindaco di Anzio Luciano Bruschini.

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