sabato 11 marzo 2017
L'atteggiamento di ascolto «di cui Dio è modello» ci sprona ad abbattere i muri delle incomprensioni. Più ascolto nelle famiglie, negli ambienti di lavoro, nella politica: per costruire la pace
Papa Francesco in Sala Clementina (foto d'archivio, Osservatore Romano)

Papa Francesco in Sala Clementina (foto d'archivio, Osservatore Romano)

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"Qualcuno diceva che per fare la pace nel mondo mancano le orecchie, manca gente che sappia ascoltare, e poi dire, e di lì viene il dialogo". Lo ha detto papa Francesco ricevendo in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, i volontari di Telefono Amico Italia che festeggia quest'anno il mezzo secolo di attività. Il sito della Santa Sede ha pubblicato il testo integrale.

Dio è modello di ascolto

L'atteggiamento di ascolto "di cui Dio è modello", ha detto il Papa, "ci sprona ad abbattere i muri delle incomprensioni, a creare ponti di comunicazione, superando l'isolamento e la chiusura nel proprio piccolo mondo". "Se ci fosse più dialogo, dialogo vero! - ha aggiunto Francesco - nelle famiglie, negli ambienti di lavoro, nella politica, si risolverebbero più facilmente tante questioni". Condizione del dialogo è l'ascolto, antidoto a "un genere di vita poco umano a cui gli individui sistanno abituando: indifferenza diffusa, comunicazione sempre più virtuale e meno personale, carenza di valori saldi su cui fondare l'esistenza, cultura dell'avere e dell'apparire".

Nelle città c'è tanta gente e poco dialogo

I volontari di Telefono-Amico Italia, ha detto il Papa, offrono un "servizio importante, specialmente nell'odierno contesto sociale, segnato da molteplici disagi alla cui origine si trovano spesso l'isolamento e la mancanza di dialogo". Con i suoi 700 volontari in 20 centri, Telefono Amico offre un servizio di ascolto telefonico dalle 10 alle 24 a chi ha problemi e motivi pratici.

Sono "le grandi città, pur essendo sovraffollate", l'"emblema di un genere di vita poco umano" che, ha denunciato il Pontefice, è fatto di "indifferenza", "comunicazione virtuale", "carenza divalori saldi", "cultura dell'avere e dell'apparire". Per evitare che ci si abitui a questo stile di vita "poco umano", "è indispensabile - ha spiegato - favorire il dialogo e l'ascolto".

Il dialogo è espressione di carità

"Il dialogo - ha ricordato papa Francesco - permette di conoscersi e di comprendere le reciproche esigenze. In primo luogo, esso manifesta un grande rispetto, perché pone le persone in atteggiamento di apertura reciproca, per recepire gli aspetti migliori dell'interlocutore. Inoltre, il dialogo è espressione di carità perché, pur non ignorando le differenze, può aiutare a ricercare e condividere percorsi in vista del bene comune. Attraverso il dialogo possiamo imparare a vedere l'altro non come una minaccia ma come un dono di Dio, che ci interpella eci chiede di essere riconosciuto. Dialogare aiuta le persone aumanizzare i rapporti e a superare le incomprensioni". "Se non c'è dialogo, - ha aggiunto il Papa - crescono i problemi, crescono i malintesi". "Condizione del dialogo è la capacità di ascolto, che purtroppo non è molto comune. Ascoltare l'altro richiede pazienza e attenzione. Solo chi sa tacere, sa ascoltare: non si può ascoltare parlando, eh, bocca chiusa, e ascoltare Dio, ascoltare il fratello e la sorelle che ha bisogno di aiuto, ascoltare un amico, un familiare". "Attraverso il dialogo e l'ascolto - ha spiegato il Pontefice- possiamo contribuire alla costruzione di un mondo migliore, rendendolo luogo di accoglienza e rispetto, contrastando così le divisioni e i conflitti".

Francesco ha quindi incoraggiato i volontari di Telefono Amico a "proseguire con entusiasmo rinnovato il vostro prezioso servizio alla società, perché nessuno rimanga isolato,perché non si spezzino i legami del dialogo, e perché non venga mai meno l'ascolto, che è la manifestazione più semplice di carità verso i fratelli".

Il presidente: siamo anche noi un ospedale da campo

Nel suo saluto al Papa, il presidente di Telefono Amico, Dario Briccola, ha spiegato che pur essendo l'associazione "aconfessionale", voleva "rubare" a papa Francesco "la bella immagine - ha detto Briccola - che spesso attribuisce alla Chiesa, anche noi ci sentiamo un piccolo ospedale da campo che con un mezzo semplice e immediato come il telefono si avvicina alle persone". Tra i centri di Telefono Amico presenti all'udienza, Briccola ha citato quelli di Bassano del Grappa, Bergamo, Bolzano, Brescia, Busto Arsizio, Milano, Padova,Palermo, Parma, Prato, Roma, Sassari, Trento, Treviso, Udine,Venezia e Vicenza. I 50 anni, ha detto Briccola sono un'"opportunità per ripensare obiettivi e rimotivare l'azione dei nostri volontari verso la sensibilità originaria: 'dare a chiunque si trovi in stato di crisi e di emergenza emotiva la possibilità in qualsiasi momento di ascolto e dialogo'".

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