lunedì 11 febbraio 2019
Papa Francesco prenderà parte a un convegno promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale sulla cultura dell'incontro. È la seconda volta nel capoluogo campano
Papa Francesco con l'ampolla del sangue di San Gennaro, durante la sua visita a Napoli del 21 marzo 2015 (Ansa)

Papa Francesco con l'ampolla del sangue di San Gennaro, durante la sua visita a Napoli del 21 marzo 2015 (Ansa)

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Ripensare la teologia alla luce dei nuovi fenomeni migratori. A Napoli, il 21 giugno, con papa Francesco. Lo hanno annunciano il cardinale Crescenzio Sepe e il vice preside della Pontificia Facoltà dell’Italia meridionale, sezione san Luigi, padre Giuseppe Di Luccio. Nell’ambito del convegno di due giorni, promosso dai gesuiti, a partire dal 20 giugno, il Papa ha accettato l’invito di tornare a Napoli per tenere una relazione su “La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo”.

La conferma arriva anche dal direttore ad interim della Sala stampa vaticana, Alessandro Gisotti. «Il programma – ha riferito Gisotti – prevede l’arrivo del Papa nel capoluogo campano verso le 9. Il Santo Padre sarà accolto, tra gli altri, dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e gran cancelliere della Facoltà; dal vescovo di Nola, Francesco Marino, e dal preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa Abascal». La seduta pubblica dell’incontro si svolgerà sul piazzale antistante la Facoltà teologica dove il Papa pronuncerà un discorso incentrato sul tema dell’incontro, poi, dopo il pranzo, farà ritorno a Roma.

Ma il convegno vuole anche essere propositivo: a partire dalle analisi sulla complessità e le contraddizioni che caratterizzano il contesto del Mediterraneo (che si svolgeranno il 20 giugno) saranno poi suggerite piste propositive (il 21 giugno) con la presenza di padre Jean Paul Hernandez e padre Giorgio Agnisola che dibatteranno sul ruolo dell’arte come luogo di incontro tra le religioni; con la ricercatrice Sihem Djebbi, musulmana ricercatrice all’Istituto di scienze politiche di Parigi e con Meir Bar Asher,(maggiore esperto al mondo dello sciismo) dell’Università ebraica di Gerusalemme, sul dialogo tra le religioni; poi, con padre Francisco Ramirez Fueyo dell’Università di Comillas che parlerà del discernimento come metodo di risoluzione delle tensioni; infine, con Sergio Tanzarella e Anna Carfora che porteranno una loro proposta-testimonianza per risolvere le questioni antitetiche per il rinnovamento degli studi ecclesiastici.

Da Napoli, dunque, per proporre una teologia che «sia in dialogo con tutti coloro ai quali sta a cuore la cura della casa comune che è il pianeta; con coloro che sono impegnati nella costruzione di una società fondata sull’accoglienza, soprattutto delle persone emarginate e deboli e sul rispetto delle differenze», dice padre Di Luccio.

Dal 2016 la Pftim sta elaborando, infatti, una teologia contestuale, adatta al contesto del Mediterraneo che cerchi di discerne i segni dei tempi per cogliere l’attualità della Parola di Dio nel contesto in cui viviamo. «Il Papa – dice Sepe – verrà per questo. Ma anche perché Napoli, da sempre, è città dell’accoglienza». L’arcivescovo ricorda la visita di Benedetto XVI a Napoli, nel 2007, in occasione dell’incontro con i capi di tutte le religioni, e l’importanza di «elaborare una teologia che tenga conto dell’interculturalità e dell’interreligiosità nel contesto particolare che è il Mediterraneo, a cui già da tempo fanno riferimento certe realtà non solo politiche, economiche e sociali, ma anche religiose». «È la seconda volta che il Papa viene a Napoli – conclude Sepe – e per noi questa non è soltanto una gioia ma anche un grande onore».

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