lunedì 22 maggio 2017
Il Pontefice ha ricevuto in udienza le partecipanti al Capitolo generale delle Pie Discepole del Divin Maestro. «Non siate rassegnate,non unitevi ai profeti di sventura»
Papa Francesco alle suore: svegliate il mondo con gioia vera
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Ascoltare "gli uomini e le donne del nostro tempo", con un "confronto sereno e senza pregiudizi". Condividere ma mantenere anche "discernimento" per non cadere vittime della "cultura dello zapping e, a volte, di una cultura della morte". Così papa Francesco alle partecipanti al Capitolo Generale delle Pie Discepole del Divin Maestro, ricevute in Udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano. Il Pontefice ha auspicato che il Capitolo Generale porti "abbondanti frutti evangelici nella vita" dell'Istituto.

IL DISCORSO INTEGRALE

"Frutti di comunione", ha detto, con "gli uomini e le donne del nostro tempo. Il nostro Dio è il Dio della storia e la nostra fede è una fede che opera nella storia. Negli interrogativi e nelle attese degli uomini e delle donne di oggi troviamo indicazioni importanti per la nostra sequela di Cristo. Il Capitolo è tempo di ascolto del Signore che ci parla attraverso i segni dei tempi; tempo di ascolto reciproco e perciò di apertura a quanto il Signore ci comunica mediante i fratelli; tempo di confronto sereno e senza pregiudizi tra i propri progetti e quelli degli altri. Tutto questo richiede apertura di mente e di cuore. In tal senso - ha sottolineato il Pontefice - il Capitolo è un tempo propizio per esercitare lo spirito dell'esodo e dell'ospitalità: uscire da sé per accogliere con gioia la parte di verità che l'altro mi comunica e insieme camminare verso la verità piena, l'unica che ci fa liberi".

Quindi "ascoltare le sorelle", come pure gli uomini e le donne di oggi, "e condividere con loro". E a braccio ha sottolineato: "Credo che uno degli apostolati più importante oggi è quello dell'orecchio, ascoltare...".

"Questi atteggiamenti - ha proseguito - sono necessari per un buon Capitolo e per una sana vita fraterna in comunità, nella cui crescita tutti si sentono coinvolti, tutti danno e tutti ricevono. Non stancatevi di esercitarvi continuamente nell'arte dell'ascolto e della condivisione - ha esortato -. In questo tempo di grandi sfide, che richiedono ai consacrati fedeltà creativa e ricerca appassionata, l'ascolto e la condivisione sono più che mai necessari, se vogliamo che la nostra vita sia pienamente significativa per noi stessi e per le persone che incontriamo. A tale scopo è necessario mantenere un clima di discernimento, per riconoscere ciò che appartiene allo Spirito e ciò che gli è contrario. Davanti a noi si apre un mondo di possibilità. La cultura in cui siamo immersi ce le presenta tutte come valide e buone, ma se non vogliamo cadere vittime della cultura dello zapping e, a volte, di una cultura di morte, dobbiamo incrementare l'habitus del discernimento, formarci e formare al discernimento. Non stancatevi di domandare personalmente e comunitariamente: 'Signore, cosa vuoi che io faccia?', 'cosa vuoi che noi facciamo?'".

"Svegliate il mondo", con "gioia vera e non truccata", "non siate rassegnate", ha esortato il Papa. "Come consacrate vivete, in primo luogo, la profezia della gioia - ha detto Francesco sottolineando, a braccio che la gioia deve essere "al primo posto" -, quella gioia che nasce dall'incontro con Cristo in una vita di preghiera personale e comunitaria, nell'ascolto quotidiano della Parola,
nell'incontro con i fratelli e le sorelle, in una lieta vita fraterna in comunità, inclusiva della fragilità, e nell'abbraccio della carne di Cristo nei poveri. Profeti di una gioia che nasce dal sentirci amati e, perché amati, perdonati. La gioia è una bella realtà nella vita di molti consacrati, ma è anche una grande sfida per tutti noi. Una sequela triste è una triste sequela! E la gioia autentica, non
autoreferenziale o autocompiaciuta, è la testimonianza più credibile di una vita piena, perché in essa 'traspare la gioia e la bellezza di vivere il Vangelo e di seguire Cristò". E a braccio ha aggiunto: "Ma per fare questo, deve essere gioia vera e non truccata".-

"Non unitevi ai profeti di sventura, per favore, che tanto danno fanno alla Chiesa e alla vita consacrata; non cedete alla tentazione dell'assopimento, come gli apostoli nel Getsemani, e della disperazione".

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