venerdì 10 marzo 2017
Francesco è tornato in mattinata a Roma. Nel pomeriggio ha incontrato i parroci prefetti e ha avviato una consultazione anche in vista della nomina del nuovo vicario di Roma
Terminati gli esercizi spirituali. Al via consultazione per nuovo vicario di Roma
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Il Papa termina gli esercizi spirituali e subito ritrova i suoi consueti ritmi di lavoro. Dopo essere tornato in Vaticano da Ariccia intorno alle 11.30, si è recato nel pomeriggio (intorno alle 17) al palazzo del Vicariato di Roma (attiguo alla Basilica di San Giovanni in Laterano, per l'incontro con i parroci prefetti della diocesi con i quali ha parlato del percorso che porterà alla scelta del nuovo vicario di Roma. Secondo quanto si è appreso in serata, Francesco ha chiesto a tutti di sostenerlo innanzitutto con la preghiera, ma anche scrivendo al Vicariato (lo potranno fare anche i laici) per segnalare problemi ed esigenze della diocesi e anche il profilo del Vicario da scegliere per Roma. Chi vorrà potrà anche indicare un nome. Le lettere sono attese in Vicariato entro il mercoledì santo, il 12 aprile. Procedura inedita almeno in queste forme.

Intanto dalla Sala Stampa vaticana è stato diffuso anche l’annuncio del suo viaggio in Colombia. Dal 6 all’11 settembre 2017, Francesco visiterà le città di Bogotá, Villavicencio, Medellín e Cartagena. Il programma del viaggio sarà pubblicato prossimamente. Ma già da ora questo annuncio significa che c’è una ragionevole certezza che il processo di pace interno al Paese andrà a buon fine, dato che proprio a questo esito il Pontefice aveva legato la
realizzazione della visita.

L’ultima mattinata di esercizi spirituali è stata connotata dalla nona meditazione sul tema de “La tomba vuota e la Risurrezione” secondo il Vangelo di Matteo. Quindi alla fine il Papa ha ringraziato il predicatore degli Esercizi, il padre francescano Giulio
Michelini
. Grazie per il "lavoro fatto" e la tua "preparazione" e soprattutto grazie per essere “normale”, ha detto il Pontefice. Grazie per non essersi mostrato con quella che il Papa ha chiamato “la faccia da immaginetta”. Cioè è stato “naturale, senza artifici”. Questo però, ha aggiunto il Papa, non significa non essere preparati. Prepararsi significa avere "responsabilità" e le meditazioni di questi giorni lo dimostrano, prosegue Francesco. Tanti sono stati gli spunti, di cui servirà tutto. Ad ognuno il “Signore parla” attraverso le cose più "semplici" o quelle più "complicate":

“E’ vero: c’è una montagna di cose per meditare, ma sant’Ignazio dice che quando uno trova negli Esercizi una cosa che dà consolazione o desolazione, deve fermarsi lì e non andare avanti. Sicuramente ognuno di noi ne ha trovate una o due, tra tutto questo. E il resto non è spreco, rimane, servirà per un’altra volta. E forse le cose più importanti, più forti, a qualcuno non dicono niente, e forse una parolina, una [piccola] cosa dice di più.

Parlando della Risurrezione, il predicatore aveva ricordato che essa è la vera risposta alla metamorfosi dell’uomo contemporaneo che come il protagonista del celebre racconto di Franz Kafka si sveglia un giorno trasformato in insetto, solo, chiuso in sé, ansioso e senza legami d’affetto. Ma la Risurrezione, che contiene “un messaggio di liberazione dell’uomo” va anche annunciata, ha detto padre Michelini. Quindi, dopo il perdono accordato da Gesù agli apostoli per averlo abbandonato, la narrazione di Matteo si conclude con le parole: 'Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo'. “Si tratta – ha concluso il francescano - della risorsa più grande che abbiamo, nonostante i nostri dubbi e la parte cattiva di noi e i nostri peccati”.

Sull'incontro pomeridiano con i parroci prefetti della diocesi di Roma, la Sala Stampa precisa: "Si tratta di un incontro assolutamente privato, che rientra nella normale prassi della vita della Chiesa". Papa Francesco, che si avvale per il governo della diocesi di Roma di un cardinale vicario (attualmente Agostino Vallini, il quale compirà 77 anni il prossimo 17 aprile), intende procedere anche in questo ambito secondo lo stile di sinodalità di cui ha già dato prova più volte.

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