lunedì 26 giugno 2017
“Andare in missione non è fare turismo” così Francesco all'Angelus: l'invio in missione da parte di Gesù non garantisce ai discepoli il successo, così come non li mette al riparo da fallimenti
Papa Francesco: i cristiani incontrano, anche oggi, fallimenti e persecuzioni
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“Andare in missione non è fare turismo”. Lo ha ricordato il Papa, nell’Angelus di domenica 25 giugno. “L’invio in missione da parte di Gesù non garantisce ai discepoli il successo, così come non li mette al riparo da fallimenti e sofferenze”, ha spiegato Francesco: “Essi devono mettere in conto sia la possibilità del rifiuto, sia quella della persecuzione. Questo spaventa un po’, ma è la verità”. “Non esiste la missione cristiana all’insegna della tranquillità!”, ha esclamato il Papa: “Le difficoltà e le tribolazioni fanno parte dell’opera di evangelizzazione”, ma Dio “non abbandona i suoi figli nell’ora della tempesta”.

“Nelle difficoltà della testimonianza cristiana nel mondo, non siamo mai dimenticati, ma sempre assistiti dalla sollecitudine premurosa del Padre”, ha assicurato Francesco, per questo Gesù rassicura i discepoli dicendo: “Non abbiate paura!”. “Anche ai nostri giorni la persecuzione contro i cristiani è presente”, ha fatto notare il Papa esortando a pregare “per i nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati”: “Il loro esempio ci aiuta a non esitare nel prendere posizione in favore di Cristo, testimoniandolo coraggiosamente nelle situazioni di ogni giorno, anche in contesti apparentemente tranquilli”.

“Oltre che come ‘pecore in mezzo ai lupi’ il Signore, anche nel nostro tempo, ci manda come sentinelle in mezzo a gente che non vuole essere svegliata dal torpore mondano, che ignora le parole di Verità del Vangelo, costruendosi delle proprie effimere verità”, ha affermato Francesco: “E se noi andiamo o viviamo in questi contesti e diciamo le Parole del Vangelo, questo dà fastidio e ci guarderanno non bene”.

“Sempre, quando noi abbiamo qualche tribolazione, qualche persecuzione, qualche cosa che ci fa soffrire, ascoltiamo la voce di Gesù nel cuore: ‘Non abbiate paura! Non avere paura, vai avanti! Io sono con te!'”, le parole del Papa: “Non abbiate paura di chi vi deride e vi maltratta, e non abbiate paura di chi vi ignora o ‘davanti’ vi onora ma ‘dietro’ combatte il Vangelo. Ci sono tanti che davanti ci fanno sorrisi, ma da dietro combattono il Vangelo. Tutti li conosciamo. Gesù non ci lascia soli perché siamo preziosi per Lui. Per questo non ci lascia soli: ognuno di noi è prezioso per Gesù, e Lui ci accompagna”.

Dopo la recita mariana, papa Francesco ha inviato un messaggio di cordoglio alle vittime di una frana in Cina: “Prego per i defunti e i feriti e per quanti hanno perso la casa. Dio conforti le famiglie e sostenga i soccorritori”. Quindi il ricordo del vescovo Teofilo Matulionis, ucciso in odio alla fede nel 1962, quando aveva già quasi 80 anni, beatificato domenica 25 giugno a Vilnius. “Rendiamo lode a Dio per la testimonianza di questo strenuo difensore della Chiesa e della dignità dell’uomo”.
Un saluto particolare, il Papa lo ha rivolto al clero e ai fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina, e ai pellegrini della Bielorussia, che hanno celebrato nella Basilica di San Pietro il 150° anniversario della canonizzazione di San Giosafat, invocando per ciascuno di loro: “Il coraggio della testimonianza cristiana e il dono della pace per la cara terra ucraina”.

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