lunedì 17 luglio 2017
Al centro della sua catechesi, il Vangelo della celebre parabola del seminatore. Nuovo intervento per il Venezuela
Il Papa: Gesù non si impone, ma si propone donandosi
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"Il seminatore è Gesù. Notiamo che, con questa immagine, Egli si presenta come uno che non si impone, ma si propone; non ci attira conquistandoci, ma donandosi. Egli sparge con pazienza e generosità la sua Parola, che non è una gabbia o una trappola, ma un seme che può portare frutto. Come? Se noi lo accogliamo". E' la riflessione di papa Francesco nel corso dell'Angelus domenicale in Piaza San Pietro. Francesco mette in luce come Gesù usava "un linguaggio semplice", che non era "quello dei dottori: non era una teologia complicata".

Per questo motivo secondo Francesco "la parabola riguarda soprattutto noi: parla infatti del terreno più che del seminatore". "Gesù effettua, per così dire, una 'radiografia spirituale' del nostro cuore, che è il terreno sul quale cade il seme della Parola - dice ancora - Il nostro cuore, come un terreno, può essere buono e allora la Parola porta frutto, ma può essere anche duro, impermeabile. Ciò avviene quando sentiamo la Parola, ma essa ci rimbalza addosso, proprio come su una strada".

I fedeli si devono quindi chiedere se il loro cuore "è aperto ad accogliere con fede il seme della Parola di Dio". "Chiediamoci se in noi i sassi della pigrizia sono ancora numerosi e grandi; individuiamo e chiamiamo per nome i rovi dei vizi. Troviamo il coraggio di fare una bella bonifica del terreno. Se noi buttiamo un seme sui sampietrini non esce niente", spiega il Pontefice. "Occorre strappare via i vizi altrimenti la parola non porta frutto".

Dopo l'Angelus il Papa e intervenuto ancora una volta sulla crisi venezuelana. Salutando la comunità cattolica venezuelana Bergoglio infatti rinnova "la preghiera per il vostro amato Paese".

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