lunedì 26 dicembre 2016
L'Angelus dedicato al martirio di Santo Stefano. «Siamo vicini ai nostri fratelli perseguiti con l'affetto e con le lacrime»
Il Papa: il mondo odia i cristiani. Oggi più martiri che nei primi secoli
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«Il mondo odia i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù, perché Lui ha portato la luce di Dio e il mondo preferisce le tenebre per nascondere le sue opere malvage». Lo ha affermato Papa Francesco all'Angelus dedicato al martirio di Santo Stefano, il primo di una lunga serie che continua fino ad oggi. "C'è opposizione - ha osservato il Papa - tra la mentalità del Vangelo e quella mondana. Seguire Gesù vuol dire seguire la sua luce, che si è accesa nella notte di Betlemme, e abbandonare le tenebre del mondo".


"Anche oggi - ha rilevato Bergoglio - la
Chiesa, per rendere testimonianza alla luce e alla verità, sperimenta in diversi luoghi dure persecuzioni, fino alla suprema prova del martirio". "Quanti nostri fratelli e sorelle nella fede - ha denunciato - subiscono soprusi, violenze e sono odiati a causa di Gesù! Oggi vogliamo pensare a loro ed essere vicini a loro con il nostro affetto, la nostra preghiera e anche il nostro pianto".

IL TESTO COMPLETO

"Vi dico una cosa: i martiri di oggi sono maggiori nel numero rispetto ai martiri dei primi secoli. Quando leggiamo la storia leggiamo tanta crudeltà verso i cristiani, la stessa c'è oggi, ma in numero maggiore, verso i cristiani".

"Ieri giorno di Natale i cristiani perseguitati nell'Iraq hanno celebrato il Natale nella loro cattedrale distrutta; è un esempio di fedeltà al Vangelo: essi testimoniano con coraggio la loro feeltà a Cristo", ha continuato il Papa a braccio. "Nonostante le prove e i pericoli, essi - ha scandito il Papa - testimoniano con coraggio la loro appartenenza a Cristo e vivono il Vangelo impegnandosi a favore degli ultimi, dei più trascurati, facendo del bene a tutti senza distinzione; testimoniano la carità nella verità".

"Nel fare spazio dentro il nostro cuore al Figlio di Dio che si dona a noi nel Natale, rinnoviamo - ha esortato il Papa rivolto alla piazza gremita - la gioiosa e coraggiosa volontà di seguirlo fedelmente come unica guida, perseverando nel vivere secondo la mentalità evangelica e rifiutando la mentalità dei dominatori di questo mondo".

"Alla Vergine Maria, Madre di Dio e Regina dei martiri, eleviamo - ha poi concluso il Papa - la nostra preghiera, affinché ci guidi e ci sostenga sempre nel nostro cammino alla sequela di Gesù Cristo, che contempliamo nella grotta del presepe e che è il Testimone fedele di Dio Padre".

Il Papa ha poi espresso le sue condoglianze per le vittime dell'aereo russo precipitato nel Mar Nero. "Il Signore consoli i familiari delle vittime: giornalisti, equipaggio e i membri dell'eccellente coro e orchestra dell'Armata Rossa. Nel 2004 il coro si esibì in Vaticano per il 26esimo anniversario del Pontificato di San Giovanni Paolo II. La Vergine Maria sostenga gli sforzi di quanti sono impegnati nelle ricerche".

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