sabato 27 ottobre 2018
Sarà la Messa presieduta in Vaticano da Francesco a concludere l'assemblea Oggi la votazione paragrafo per paragrafo del testo finale. E i giovani scrivono al Papa: con te anche nelle difficoltà
Papa Francesco lo scorso 23 ottobre (Siciliani)

Papa Francesco lo scorso 23 ottobre (Siciliani)

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Iniziato il 3 ottobre scorso il Sinodo dei giovani è alle battute finali, o meglio si avvia alla sua conclusione. L’ultimo atto sarà la Messa presieduta dal Papa domenica 28 ottobre alle 10 nella Basilica Vaticana. Sarà anche il giorno della “Lettera del Sinodo ai giovani di tutto il mondo” che punta a sollecitare e incoraggiare ogni ragazzo, proponendogli basi solide con cui rafforzare la sua speranza e ricordandogli che la Chiesa cammina sempre insieme a lui.

Viene votato il documento finale

I lavori veri e propri però si concludono oggi. E sarà una giornata molto intensa, con al mattino la 21ª Congregazione generale e la lettura della relazione finale mentre nel pomeriggio il programma prevede la 22ª Congregazione generale e l’esame del documento finale che sarà votato paragrafo per paragrafo e che per l’approvazione necessita della maggioranza dei due terzi. Nel testo verrà fatta sintesi degli interventi, delle discussioni, dei contributi giunti da tutti i partecipati all'assise. Un impegno collettivo che i numeri sono in grado di riassumere solo in parte. In ogni caso i dati statistici aggiornati a ieri parlano di 240 padri sinodali e di 32 uditori partecipanti alle Congregazioni per la discussione dell’Instrumentum laboris cui vanno aggiunti gli interventi liberi di 69 padri sinodali e di 13 uditori

I ragazzi scrivono a Francesco: siamo con te

E proprio gli uditori, “categoria” in cui rientrano i giovani presenti ali lavori, hanno voluto ringraziare il Papa dell’attenzione dedicata alle attese, ai dubbi, alle paure e alle speranze dei ragazzi di tutto il mondo. L’hanno fatto con una lettera in cui sottolineano la loro vicinanza al Pontefice. «Desideriamo dirti che siamo con te e con tutti i vescovi della nostra Chiesa – scrivono –, anche nei momenti di difficoltà». Nella missiva i ragazzi sottolineano poi di «condividere il sogno di una Chiesa in uscita, aperta a tutti soprattutto ai più deboli, una Chiesa ospedale da campo. Siamo già parte attiva» – aggiungono – di questa comunità «e vogliamo continuare a impegnarci concretamente per migliorare le nostre città e scuole, il mondo socio-politico e gli ambienti di lavoro, diffondendo una cultura della pace e della solidarietà e mettendo al centro i poveri, in cui si riconosce Gesù stesso». «Il mondo di oggi, che presenta a noi giovani opportunità inedite insieme a tante sofferenze, ha bisogno di nuove risposte e di nuove energie d’amore. Ha bisogno di ritrovare la speranza – prosegue la lettera – e di vivere la felicità che si prova nel dare più che nel ricevere, lavorando per un mondo migliore».


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