lunedì 26 aprile 2021
Francesco si è detto "molto addolorato" per la tragedia consumata nel Mediterraneo: "sono persone, vite umane, che per due giorni hanno implorato invano aiuto", che non è arrivato.
Il Papa: "vergogna" per l'aiuto negato ai 130 migranti morti in mare

Reuters

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Gesù, pastore vero, ci difende, come sue pecore, “con la luce della sua parola e la forza della sua presenza”, ci conosce “uno ad uno” ed è “sempre pronto a prendersi cura di noi”, per sanare “le piaghe dei nostri errori” con la sua misericordia. Infine ci ama, ma ama tutti, anche chi non frequenta mai “le nostre comunità”. Così Papa Francesco, prima della recita del Regina Caeli, dalla finestra del suo studio nel Palazzo apostolico, parla di Gesù nella domenica detta del Buon Pastore, la quarta di Pasqua. Un vero pastore, che “difende, conosce e ama le sue pecore”.

Al mercenario invece, ricorda commentando le parole di Cristo nel Vangelo di Giovanni, “non importano le pecore, perché non sono sue. Fa questo mestiere solo per la paga, e non si preoccupa di difenderle: quando arriva il lupo fugge e le abbandona”. Gesù, invece, pastore vero, ci difende sempre e ci salva in tante situazioni difficili, pericolose, mediante la luce della sua parola e la forza della sua presenza, che noi sperimentiamo sempre e se vogliamo ascoltare, tutti i giorni.

Il secondo aspetto, sottolineato dal Papa è che Gesù “conosce le sue pecore e le pecore conoscono Lui”. Come è bello e consolante, commenta “sapere che Gesù ci conosce ad uno ad uno, che non siamo degli anonimi per Lui, che il nostro nome gli è noto!”. Per Lui, chiarisce Francesco, non siamo “massa”, “moltitudine”, ma “persone uniche, ciascuno con la propria storia, ciascuno con il proprio valore, sia in quanto creatura sia in quanto redento da Cristo”.

Ognuno di noi può dire: Gesù mi conosce! Ognuno. È vero, è così: Lui ci conosce come nessun altro. Solo Lui sa che cosa c’è nel nostro cuore, le intenzioni, i sentimenti più nascosti. Gesù conosce i nostri pregi e i nostri difetti, ed è sempre pronto a prendersi cura di noi, per sanare le piaghe dei nostri errori con l’abbondanza della sua misericordia.

In Gesù, prosegue il Papa, si realizza pienamente “l’immagine del pastore del popolo di Dio delineata dai profeti: si preoccupa delle sue pecore, le raduna, fascia quella ferita, cura quella malata”. Un Buon Pastore che “soprattutto ama le sue pecore. Per questo dà la vita per loro”. L’amore per ognuno di noi, “lo porta a morire sulla croce, perché questa è la volontà del Padre, che nessuno vada perduto”. Ma, sottolinea Papa Francesco, “l’amore di Cristo non è selettivo, abbraccia tutti”. E Gesù stesso lo ricorda nel Vangelo di oggi: «E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore». Parole che “attestano la sua ansia universale: Gesù vuole che tutti possano ricevere l’amore del Padre e incontrare Dio”. Per questo la Chiesa, chiamata a portare avanti “questa missione di Cristo”, non può guardare solo “a quanti frequentano le nostre comunità”, perché “ci sono, la maggioranza, tanta gente che lo fa solo in casi particolari o mai”. Ma non per questo non sono figli di Dio, che il Padre affida tutti a Gesù Buon Pastore e per tutti ha dato la vita.

La preghiera finale del Papa a Maria, è che “ci aiuti ad accogliere e seguire noi per primi il Buon Pastore, per cooperare con gioia alla sua missione”.

Dopo il Regina Caeli
Un grande dolore, il “momento della vergogna”. Papa Francesco ha nel cuore quelle 130 vite spezzate, e nella mente quei volti “che per due giorni interi hanno implorato invano aiuto, un aiuto che non è mai arrivato”. Francesco ricorda “la tragedia che ancora una volta si è consumata nei giorni scorsi nel Mediterraneo. 130 migranti sono morti in mare. Sono persone. Sono vite umane”.

Chiede che tutti si interroghino “su questa ennesima tragedia”…

È il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Anche preghiamo per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio…

E per le 82 vittime dell'incendio nell'ospedale di Baghdad
Il Papa chiede preghiera anche per le vittime, in Iraq, questa notte, “dell’incendio di un ospedale per i malati di Covid a Baghdad. Fino a questo momento sono 82 morti”. Ed assicura la sua preghiera, esprimendo la sua vicinanza, per la popolazione “delle isole di Sant Vincent e Granadine dove un’eruzione vulcanica sta provocando danni e disagi”.

I 10 martiri beatificati in Guatemala "testimoni di amore"
Francesco ricorda infine che venerdì scorso a Santa Cruz del Quiché, in Guatemala sono stati beatificati José María Gran e nove compagni martiri, tre sacerdoti e sette laici della Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù, “uccisi tra il 1980 e il 1991, tempo di persecuzione contro la Chiesa Cattolica impegnata nella difesa dei poveri”. Animati dalla fede in Cristo, sottolinea, “sono stati eroici testimoni di giustizia e di amore. Il loro esempio ci renda più generosi e coraggiosi nel vivere il Vangelo”.

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