giovedì 3 novembre 2022
Ieri Bergoglio ha visitato alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Tra gli obiettivi proseguire il cammino di fratellanza avviato con il testo firmato ad Abu Dhabi. Stamani la partenza
Ultimi preparativi nella chiesa cattolica di Manama in Bahrein dove oggi arriverà il Papa

Ultimi preparativi nella chiesa cattolica di Manama in Bahrein dove oggi arriverà il Papa - Reuters

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Per la centesima volta in preghiera davanti alla Salus Populi Romani, l’icona mariana che la tradizione vuole sia stata dipinta da San Luca in persona e che è custodita nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il viaggio del Papa in Bahrein è di fatto “iniziato” ieri con questa visita, che continua la consuetudine inaugurata fin dall’inizio del pontificato di recarsi a pregare la Vergine prima e dopo i suoi itinerari apostolici all’estero (e anche in altre occasioni). Ieri, come informa la nota della Sala Stampa vaticana che ha dato notizia della visita a Santa Maria Maggiore, era appunto la centesima volta. Francesco ha così affidata a Maria il suo viaggio nel Regno del Bahrein. Diversi minuti di raccoglimento e preghiera, seduto sulla sedia a rotelle, prima di fare rientro in Vaticano.

Il 39° viaggio apostolico del pontificato, il nono in Paesi a maggioranza musulmana, si aprirà effettivamente questa mattina alle 9,30, quando l’aereo dell’Ita Airways si alzerà in volo dall’aeroporto di Fiumicino alla volta di Awali, dove atterrerà alle 16,45 ora locale (in Italia saranno le 14,45). Sarà come lo stesso Pontefice ha spiegato un itinerario all’insegna del dialogo interreligioso, della pace e dell’incontro tra uomini di fedi diverse.

Un’applicazione sul campo, si potrebbe dire, dell’enciclica Fratelli tutti, sulla scia della visita del 2019 ad Abu Dhabi per la firma con il grande imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayeb (che il Papa incontrerà privatamente durante anche nei prossimi giorni) del “Documento sulla Fratellanza umana”, testo fondamentale per i nuovi rapporti tra Islam e Chiesa cattolica in questi ultimi anni e, si spera, anche per il futuro.

Di certo c’è che l’interpretazione autentica dello spirito del viaggio è stata fornita dal Papa in persona domenica scorsa all’Angelus. «Parteciperò a un Forum - ha infatti spiegato il Pontefice - che tematizza l’imprescindibile necessità che Oriente e Occidente si vengano maggiormente incontro per il bene della convivenza umana; avrò l’opportunità di intrattenermi con rappresentanti religiosi, in particolare islamici”», ha quindi aggiunto. Per concludere infine con la richiesta di orazioni: «Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera, perché ogni incontro e avvenimento sia un’occasione proficua per sostenere, in nome di Dio, la causa della fraternità e della pace, di cui i nostri tempi hanno estremo e urgente bisogno».

Anche il cardinale Pietro Parolin ha confermato nei giorni scorsi questa natura interreligiosa della visita, la seconda per papa Francesco nella penisola arabica (di cui il Bahrein è una appendice insulare). Parlando ai media vaticani, il segretario di Stato vaticano aveva definito l’itineraio di papa Bergoglio una occasione preziosa per lanciare «un messaggio di unità, di coesione e di pace in un mondo caratterizzato da tensioni, da contrapposizioni, dai conflitti».

Il Bahrein, culla dell’islam sciita, è da questo punto di vista, nonostante qualche tensione con la parte sunnita minoritaria della popolazione, la terra giusta. Uno stato tollerante anche verso la piccola comunità cattolica (circa 80mila persone, in gran parte immigrate per ragioni di lavoro su una popolazione complessiva di un milione e 400mila abitanti), al punto che è stato lo stesso re, Hamad bin Isa Al Khalifa (che oggi accoglierà il Pontefice, prima dell’incontro con le autorità e il corpo diplomatico), a donare qualche anno fa il terreno sul quale oggi sorge la seconda chiesa del Paese, la cattedrale di Nostra Signora d’Arabia ad Awali, che il Papa visiterà. La prima risale addirittura al 1939 e si trova nella capitale Manama.

Lo spirito di fratellanza e di dialogo interreligioso si riverbera naturalmente nelle diverse tappe della visita, che si protrarrà fino a domenica. Tra quelle principali, oltre alla già ricordata partecipazione al “Forum del dialogo”, che aprirà la giornata di domani, c’è anche l’incontro con il Muslim Council of Elders, il consiglio musulmano degli anziani, nella Moschea del Sakhir Royal Palace, in programma sempre domani, ma nel pomeriggio. Al termine poi nella Cattedrale di Awali ci sarà anche l’incontro ecumenico e la preghiera per la pace.

Sabato invece sarà la giornata più specificamente dedicata alla comunità cattolica, con il grande abbraccio al Papa della Messa che lo stesso Pontefice presiederà nel Bahrein National Stadium (alle 8,30 ora locale), e l’incontro del pomeriggio con i giovani presso la Scuola del Sacra Cuore. Alla Messa è prevista la partecipazione di oltre ventimila persone, alcune migliaia delle quali arriveranno anche dai Paesi vicini. Francesco concluderà il suo programma domenica mattina incontrando presso la chiesa del Sacro a Manama i vescovi, il clero locale, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali. Durante il viaggio il Papa pianterà anche un albero della pace. Il Bahrein è famoso anche per una sua acacia gigantesca che pare abbia 400 anni. Lo chiamano “albero della vita”. Pace e vita, dunque. Buoni auspici senz’altro in un tempo difficile come il nostro.

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