giovedì 19 maggio 2022
Il discorso agli ambasciatori di alcuni Paesi: la guerra è sempre una sconfitta per l'umanità
Papa Francesco

Papa Francesco - Ansa

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Mentre l'Europa è scossa dalla guerra in Ucraina "la Santa Sede continua a lavorare attraverso numerosi canali per favorire soluzioni pacifiche in situazioni di conflitto e per alleviare la sofferenza causata da altri problemi sociali". Lo ha detto papa Francesco ricevendo un gruppo di ambasciatori che presentavano le lettere credenziali. Un'opera, ha aggiunto che il Vaticano svolge "con la convinzione che i problemi che riguardano l'intera famiglia umana richiedono una risposta unitaria da parte della comunità internazionale, in cui ogni membro faccia la sua parte".

La "nube oscura" che avvolge l'Europa fa sì che la diplomazia abbia "un ruolo privilegiato da svolgere in questo senso". Infatti si sa "fin troppo bene che la guerra è sempre una sconfitta per l'umanità ed è contraria all'importante servizio che svolgete cercando di costruire una cultura dell'incontro attraverso il dialogo e incoraggiando la comprensione reciproca tra i popoli, nonché sostenendo i nobili principi del diritto internazionale".

La diplomazia, ha aggiunto Bergoglio, "non è affatto un servizio facile, ma forse le situazioni di disuguaglianza e di ingiustizia di cui siamo testimoni nel mondo d'oggi ci aiutano ad apprezzare ancora di più il vostro lavoro".

Eppure "nonostante le sfide e le battute d'arresto, non dobbiamo mai perdere la speranza negli sforzi volti a costruire un mondo in cui prevalgano la fraternità e la comprensione reciproca e i dissidi siano risolti con mezzi pacifici".

"L'ultima volta che ho incontrato i vostri colleghi a gennaio, la famiglia umana stava cominciando a tirare un sospiro di sollievo, poiché ci stavamo lentamente ma indubbiamente liberando dalla morsa della pandemia", ha ricordato il Pontefice rivolgendosi ai rappresentanti di Pakistan, Emirati Arabi Uniti, Burundi e Qatar,

"Sembrava che potessimo finalmente tornare a un certo senso di normalità, pur tenendo a mente le lezioni apprese negli ultimi anni". Poi, invece, "la nube oscura della guerra è calata sull'Europa dell'Est, avvolgendo poi direttamente o indirettamente il mondo intero. Dopo aver sperimentato gli effetti devastanti di due guerre mondiali e le minacce nucleari durante la guerra fredda, insieme a un crescente rispetto per il ruolo del diritto internazionale e alla creazione di organizzazioni politiche ed economiche multinazionali focalizzate sulla coesione della comunità globale, la maggior parte delle persone credeva che la guerra in Europa fosse un lontano ricordo".

"Tuttavia, come abbiamo visto al culmine della pandemia, anche in una tragedia di questa portata può emergere il meglio dell'umanità. Forse più che mai, le moderne forme di comunicazione hanno scosso le nostre coscienze presentando in tempo reale immagini forti e, a volte, raccapriccianti di sofferenza e morte", ha detto ancora il Papa, "Queste stesse immagini hanno anche ispirato un senso di solidarietà e fraternità, che ha portato molti Paesi e individui a fornire assistenza umanitaria".

Il riferimento è "in particolare a quei Paesi che stanno accogliendo i rifugiati del conflitto senza badare ai costi. Abbiamo visto famiglie aprire le loro case ad altri membri della famiglia, ad amici e anche a quanti non conoscono".

Allo stesso tempo "non bisogna dimenticare che ci sono numerosi altri conflitti in corso nel mondo che ricevono poca o nessuna attenzione, specialmente dai media. Siamo un'unica famiglia umana e il grado di indignazione espresso, l'appoggio umanitario offerto e il senso di fraternità provato per coloro che soffrono non deve essere basato sulla geografia o sull'interesse personale".

Questo "vale non solo per la guerra e i conflitti violenti, ma anche per altre situazioni di ingiustizia che affliggono la famiglia umana: il cambiamento climatico, la povertà, la fame, la mancanza di acqua potabile, l'accesso a un lavoro rispettabile e ad un'istruzione adeguata, solo per citarne alcune".



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