venerdì 8 settembre 2017
Messa a Villavicencio: riconciliarsi è aprire una porta a tutte le persone che hanno vissuto la drammatica realtà del conflitto. Poi il grande incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale
I due nuovi beati colombiani: il vescovo di Arauca, Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, e il sacerdote Pedro María Ramírez Ramos.

I due nuovi beati colombiani: il vescovo di Arauca, Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, e il sacerdote Pedro María Ramírez Ramos.

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Perché è importante la statua del "Cristo mutilato"?

All'incontro di preghiera per la riconciliazione sempre a Villavicencio, viene esposto il “Cristo mutilato”, quello che resta di una statua che era presente nella chiesa di Bojayá, villaggio dello stato pacifico del Chocó.



“Qui 15 anni fa, nel 2002 – spiega all'agenzia Sir il direttore del segretariato Caritas-Pastorale sociale della Chiesa colombiana, monsignor Héctor Fabio Henao Gaviria – scoppiò una bomba lanciata dalle Farc. La chiesa era piena, morirono in tutto 72 persone, i superstiti fuggirono nella foresta. È un massacro rimasto nella storia della Colombia, uno dei punti più feroci cui giunse il contrasto tra guerriglia, paramilitari ed esercito”. La statua del Cristo mutilato è un simbolo di conflitto colombiano ed è giunta in peregrinatio fino a un’altra città emblema del conflitto, Villavicencio dove oggi è arrivato anche papa Francesco.

Il Papa: "Quando le vittime vincono le tentazioni della vendetta, diventano protagoniste nei processi di pace"

"La riconciliazione si concretizza e si consolida con il contributo di tutti, permette di costruire il futuro e fa crescere la speranza".
Anche nell'omelia della Messa a Villavicencio, papa Francesco ha voluto indicare quelle che sono vie di riconciliazione: "Come Maria, dire “sì” alla storia completa, non a una parte; come Giuseppe, mettere da parte passioni e orgoglio; come Gesù Cristo, farci carico, assumere, abbracciare questa storia, perché qui ci siete voi, tutti i colombiani, qui c’è quello che siamo… e quello che Dio può fare con noi se diciamo “sì” alla verità, alla bontà, alla riconciliazione. E questo è possibile solo se riempiamo della luce del Vangelo le nostre storie di peccato, violenza e scontro".

In tal senso, ha proseguito papa Francesco "la riconciliazione non è una parola astratta; se fosse così, porterebbe solo sterilità, anzi, distanza. Riconciliarsi è aprire una porta a tutte e ciascuna delle persone che hanno vissuto la drammatica realtà del conflitto. Quando le vittime vincono la comprensibile tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili dei processi di costruzione della pace. Bisogna che alcuni abbiano il coraggio di fare il primo passo in questa direzione". "Basta una persona buona perché ci sia speranza!".

Papa Francesco: "Il nostro sì alla riconciliazione comprenda anche il creato"

"In questo ambiente meraviglioso - ha proseguito papa Francesco riferendosi anche alla riconciliazione con la natura -, tocca a noi dire “sì” alla riconciliazione; che il “sì” comprenda anche la nostra natura. Non è casuale che anche su di essa abbiamo scatenato le nostre passioni possessive, la nostra ansia di dominio. Tocca a noi dire “sì” come Maria e cantare con lei le “meraviglie del Signore”, perché, come ha promesso ai nostri padri, aiuta tutti i popoli e ogni popolo, aiuta la Colombia che oggi vuole riconciliarsi e la sua discendenza per sempre".

Nel terzo giorno di viaggio in Colombia papa Francesco nella città di Villavicencio, conosciuta come "cuore della Colombia orientale" ha celebrato Messa e ha presieduto il rito di beatificazione del vescovo di Arauca Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, assassinato dall'Esercito di Liberazione Nazionale il 2 ottobre 1989, e del sacerdote Pedro María Ramírez Ramos, ucciso il 10 aprile 1948. Verranno ricordati rispettivamente il 3 e il 24 ottobre.

Chi sono i due nuovi beati, martiri


La gioia dei fedeli per l'arrivo di papa Francesco

Papa Francesco dopo aver percorso 10 chilometri dalla Base Aerea “Luis Gómez Niño-Apiay” di Villavicencio ha raggiunto l'area della Messa. L'assenza di transenne lungo i tragitti percorsi dal Papa in Colombia, oltre al gran numero di persone che accorrono per salutarlo al suo passaggio, ha creato qualche problema al corteo papale all'arrivo a Villavicencio lungo il percorso tra la base aereo e il terreno Catama dove viene celebrata l'Eucaristia.

In certi tratti le migliaia di persone che hanno cercato di avvicinarsi all'auto del Papa hanno fatto sì che il corteo non potesse più andare avanti, mentre i poliziotti in motocicletta facevano fatica ad aprire il percorso. Una volta, arrivato a Catama, nell'area della Messa, papa Francesco ha salutato la folla direttamente dalla papamobile.


Papa Francesco a militari e agenti di polizia: grazie per quanto fate per la pace

Papa Francesco è appena atterrato alla Base Aerea “Luis Gómez Niño-Apiay” di Villavicencio. Prima del decollo, a Bogotà alcuni militari, agenti di polizia, assieme alle loro famiglie avevano avuto modo di salutare papa Francesco. “Voglio ringraziarvi, ha detto, anche per tutto quello che avete fatto e continuerete a fare in questi giorni, durante la mia visita. Lavoro in più … Però, soprattutto vorrei ringraziarvi per quello che avete fatto e quello che fate per la pace, mettendo a rischio la vostra vita”. "Vi auguro di poter vedere consolidata la pace in questo Paese, che se la merita”. Il Papa ha poi chiesto a tutti di pregare in silenzio per i caduti e per i feriti, alcuni dei quali erano lì presenti.



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