venerdì 3 febbraio 2023
Prima di lasciare il Paese le raccomandazioni di Francesco ai vescovi del Congo “difendere la bellezza del creato dalle ferite dell’egoismo rapace”
Le parole di papa Francesco rivolte ai vescovi del Congo: siate profezia di pace nelle spirali di violenza

Le parole di papa Francesco rivolte ai vescovi del Congo: siate profezia di pace nelle spirali di violenza - Reuters

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Dalla Repubblica Democratica del Congo al Sud Sudan la rotta di Papa Francesco si dirige oggi nella Repubblica del Sud Sudan, con il trasferimento da Kinshasa a Juba, capitale della Sud Sudan.

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Prima di partire dall’aeroporto di N’djili, Papa ha incontrato nel corso della mattina i vescovi delle 48 circoscrizioni ecclesiastiche congolesi e li ha ringraziati per i giorni trascorsi in questa in terra che con la sua grande foresta è il “cuore verde” dell’Africa e il polmone per il mondo. E non ha mancato di sottolineare l’importanza di questo patrimonio ecologico, ricordando loro che sono chiamati anche «a custodire la bellezza del creato e a difenderla dalle ferite causate dall’egoismo rapace».

“La profezia cristiana si incarna in tante azioni politiche e sociali, ma il compito dei vescovi e dei pastori in generale non è questo” ha affermato il Papa, incontrando i vescovi della Repubblica democratica del Congo, prima di partire per il Sud Sudan. Spetta ai presuli, secondo Francesco, il compito “dell’annuncio della Parola per risvegliare le coscienze, per denunciare il male, per rincuorare coloro che sono affranti e senza speranza”. “Consolare il popolo, è un invito del Signore che ritorna”, ha aggiunto a braccio. “È un annuncio fatto non solo di parole, ma di vicinanza: vicinanza, anzitutto, ai preti, ascolto degli operatori pastorali, incoraggiamento allo spirito sinodale per lavorare insieme”, ha raccomandato il Papa: “E testimonianza, perché i Pastori devono essere credibili per primi e in tutto, e in particolare nel coltivare la comunione, nella vita morale e nell’amministrazione dei beni”.

Di qui la necessità di “saper costruire armonia, senza ergersi su piedistalli, senza asprezze, ma dando il buon esempio nel sostegno e nel perdono vicendevoli, lavorando insieme, come modelli di fraternità, di pace e di semplicità evangelica”. “Non accada mai che, mentre il popolo soffre la fame, di voi si possa dire: ‘quelli non se ne curano e vanno chi al proprio campo, chi ai propri affari’”, il monito di Francesco: “No, gli affari, per favore, lasciamoli fuori dalla vigna del Signore! Un pastore non può essere un affarista. Siamo pastori e servi del popolo, non amministratori delle cose: non affaristi, pastori, davanti al gregge, in mezzo al gregge e dietro al gregge”.

“Non trascurare il dialogo con Dio e di non lasciare che il fuoco della profezia sia spento da calcoli o ambiguità con il potere, e nemmeno dal quieto vivere e dall’abitudinarietà”. È l’invito finale del discorso del Papa ai vescovi, incontrati a Kinshasa prima di partire per il Sud Sudan. “Dinanzi al popolo che soffre e all’ingiustizia, il Vangelo chiede di alzare la voce”, ha ricordato Francesco: “Quanto alziamo la voce, rischiamo”, ha aggiunto a braccio e citando subito dopo l’esempio del servo di Dio mons. Christophe Munzihirwa, “pastore coraggioso e voce profetica, che ha custodito il suo popolo offrendo la vita”: “Venne ucciso in una piazza della città, ma il suo seme, piantato in questa terra, insieme a quello di tanti altri, porterà frutto”. “È bene fare memoria, con gratitudine, dei grandi pastori che hanno segnato la storia del vostro Paese e della vostra Chiesa, di chi vi ha evangelizzato e preceduto nella fede”, la raccomandazione del Papa: “Sono le vostre radici, che vi irrobustiscono nell’ardore evangelico”. “Penso anche al bene che ho ricevuto conoscendo il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya”, l’altro omaggio del Papa. “Non abbiate timore di essere profeti di speranza per il popolo, voci concordi della consolazione del Signore, testimoni e annunciatori gioiosi del Vangelo, apostoli di giustizia, samaritani di solidarietà”, l’appello: “Testimoni di misericordia e di riconciliazione in mezzo a violenze scatenate non solo dallo sfruttamento delle risorse e da conflitti etnici e tribali, ma anche e soprattutto dalla forza oscura del maligno, nemico di Dio e dell’uomo”. “Non scoraggiatevi mai”, l’invito insieme al ringraziamento “per il vostro servizio, per il vostro zelo pastorale, per la vostra testimonianza”.

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All’arrivo nel pomeriggio a Juba, capitale del Sud Sudan, papa Francesco verrà accolto dal presidente Salva Kiir Mayardit, che è venuto in visita al Vaticano nel marzo 2019 e poi nell’aprile dello stesso anno per il ritiro spirituale per la pace nel Paese convocato dal Papa. In Sud Sudan la visita si svolgerà a tre: il Papa, l’arcivescovo anglicano di Canterbury Justin Welby e il moderatore generale della Chiesa di Scozia, il pastore Iain Greenshields, che saliranno a bordo dell’aereo, per poi scendere insieme con il Papa nel piazzale dell’aeroporto e compiere insieme tutte le tappe del viaggio. All’incontro con le autorità civili oltre al Papa, prenderanno la parola anche l’arcivescovo di Canterbury e il moderatore della Chiesa di Scozia. Il 4 febbraio l’incontro con gli sfollati interni, attualmente più di 3 milioni, 33mila solo nella regione di Juba. In Sud Sudan, sfigurato dalla guerra civile e dalla fame, nonostante gli accordi di pace del 2018, la violenza non è mai cessata e dal 2013, a due anni dall’indipendenza, si sono alternati sforzi e ottimismo a drammatici episodi legati alle violenze.

Ad aggravare crisi alimentari, siccità, alluvioni e conflitti che costringono alla fuga milioni di persone. Quella del Sud Sudan è la più grande crisi di rifugiati dell’Africa, con almeno quattro milioni di sfollati. Nell’incontro con gli sfollati lasceranno la loro testimonianza i rappresentanti di diversi campi di sfollati. Anche questo sarà un momento ecumenico. Nel mausoleo John Garang, la celebrazione ecumenica prevede un intervento dell’arcivescovo di Canterbury, del Moderatore della Chiesa di Scozia, il discorso del Papa e al termine la preghiera ecumenica. Welby e Greenshieldse, faranno anche il viaggio di ritorno insieme a Francesco. E per la prima volta la consueta Conferenza stampa del Papa in aereo avrà un’altra fisionomia: sarà in chiave ecumenica, congiunta con il moderatore della Chiesa di Scozia e il primate anglicano.

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