sabato 13 febbraio 2016
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Unioni civili, gli attacchi alle parole di Bagnasco Caro direttore, ancora una volta è toccato ad 'Avvenire' il difficile ruolo di distinguere la sua voce da quella della maggioranza degli altri quotidiani presenti stamattina (ieri, venerdì 11 febbraio 2016, ndr) in edicola o nelle rassegne stampa che raggiungono ognuno di noi in qualunque luogo. In Transatlantico sembrava la notizia del giorno: l’«ingerenza» del cardinal Bagnasco nella politica italiana e la sua interferenza con le decisioni prese dal presidente del Senato Grasso. Eppure la situazione, a ben leggere tra le righe, era molto semplice: richiesto di un’opinione su quella che sta diventando la questione centrale della politica italiana in questi giorni, il presidente della Cei aveva auspicato che ogni parlamentare potesse intervenire nella discussione prima e nelle votazioni subito dopo rispettando le sue convinzioni e la sua coscienza. Per questo il voto segreto avrebbe potuto essere una opportunità in più a garanzia della libertà personale. Nulla di più e nulla di meno: un riferimento implicito alla nostra Carta costituzionale che sottolinea che i parlamentari debbono esercitare il loro ruolo senza vincolo di mandato, e una riflessione di assoluto buon senso in un clima molto complicato come è quello che si respira in Senato e, seppure in misura inferiore, anche alla Camera. È il paradosso della «dittatura del pensiero dominante», che in questo caso ha più che mai però il sapore dell’egemonia culturale di un piccolo gruppo di persone, che stigmatizza ciò che pensano e dicono gli altri; si rivolge a loro con giudizi di sistematica svalutazione e di frequente ridicolizzazione; ma soprattutto parla in spregio delle convinzioni che caratterizzano un’ampissima parte del popolo italiano. La storia si ripete e non posso non ricordare che quasi 10 anni fa, quando ero ancora nella Margherita, mentre stava per nascere il Pd, in occasione della presentazione dei DiCo, la mia contrarietà alla legge mi trasformò in bersaglio contro cui si poteva dire sostanzialmente tutto quello che ancora oggi si dice dei colleghi il cui punto di vista non è allineato a quello delle correnti maggioritarie nei gruppi del Pd e della sinistra. Non voglio addentrarmi in questa lettera sui contenuti di forte perplessità nei confronti della legge, perché sono sufficientemente noti e, per me, costituiscono conditio sine qua non per un eventuale voto positivo alla nuova legge. Voglio invece denunciare la persecuzione mediatica che colpisce chi non è allineato al pensiero dominante e quindi l’assoluta necessità che abbiamo di una stampa libera e indipendente. Tra le tante questioni che stiamo affrontando in questi giorni alla Camera c’è anche la legge sull’editoria e questa vicenda mostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, come sia essenziale salvaguardare quei giornali di informazione e di idee che riportano con toni moderati e con contenuti ben argomentati, un pensiero altro rispetto a quello dominante. Un pensiero critico che sollevi problemi, che vada oltre l’approvazione di maniera e si spinga invece ad esplorare le ragioni dei più deboli e dei più fragili, come accade in questo caso con i bambini. Davanti al mantra ossessivo di chi ripeteva che la legge Cirinnà andava bene così com’era, anzi che già si trattava di una mediazione al ribasso, solo 'Avvenire' fin dal primo momento ha documentato gli effetti negativi dell’utero in affitto cercando voci diverse di persone di culture distinte, che dessero una visione il più ampia possibile della violenza perpetrata sulle donne più povere di Paesi più poveri. Ha smascherato luoghi comuni come quelli che identificavano il superiore interesse del bambino con la prospettiva di vivere con una coppia in cui mamma e papà hanno perso i loro contorni identitari. Per reagire alla sindrome della rana bollita serve una stampa coraggiosa, che non abbia paura di essere controcorrente. I fatti di oggi confermano come l’aggressione verbale a Bagnasco è la risposta a un pensiero alternativo, che ha il grande difetto di dare voce a un pensare e a un sentire popolare. Anche questo è il paradosso dei cattolici, a cui si riserva tutta la dignità del silenzio, ma non il coraggio della parola… Grazie Direttore per l’accoglienza. I prossimi giorni saranno ancora più duri degli attuali e vale la pena sostenere coscienze e voci libere e ragionevoli. Proprio in vista di una approvazione equilibrata della legge contiamo ancora una volta su di lei.
*Deputato di Area popolare
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