giovedì 9 luglio 2009
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Con il prossimo lancio di un sistema operativo per Pc il re delle ricerche in rete, Google, intende attaccare sul suo terreno Microsoft, il gigante del software. L’annuncio è stato dato ieri dalla stessa Google sul proprio blog ufficiale, precisando che il sistema sarà open source : gli utenti, cioè, potranno modificarlo secondo le loro esigenze, mentre potrebbe essere installato su alcuni modelli di computer già nella seconda metà del 2010. La caratteristica principale del nuovo software, su cui Google punta molto, è la velocità: « Stiamo progettando il sistema operativo in modo che si avvii e porti in rete nel giro di pochi secondi » . Con questo progetto l’azienda di Mountain View vuol mostrare a tutti come dovrebbe funzionare un sistema operativo. Google risponde così all’offensiva portata da Microsoft il mese scorso con il motore di ricerca Bing. Insomma, attacchi incrociati, scaramucce, guerriglia, ma non una vera e propria guerra: perché se Google è inattaccabile come motore di ricerca, Microsoft lo è nel dominio del software. Tutto ciò si presta ad alcune considerazioni significative. In primo luogo la rete è un settore d’importanza strategica per l’industria informatica: chi domina la rete in un certo senso domina il mondo ( almeno quello virtuale e delle informazioni, che però s’intreccia in maniera inestricabile con quello reale, dei beni di consumo e dell’economia di mercato). L’importanza di Internet e di tutti i servizi che vi si appoggiano, dalla posta elettronica alle reti sociali, come Facebook o Twitter, dimostra ciò che fino a pochi anni fa non era ancora evidente: cioè che la vera vocazione dei computer non è eseguire complicatissimi calcoli scientifici o elaborare dati o gestire la contabilità delle aziende, quanto piuttosto fungere da terminali della grande rete globale che sempre più collega gli esseri umani in una gigantesca trama comunicativa. In questa sorta di creatura planetaria ( che richiama certe intuizioni di Teilhard de Chardin) comincia a manifestarsi una vera e propria intelligenza collettiva mediata dalla tecnologia. Ecco perché Google insiste sulla rapidità di accesso a Internet del suo sistema, che consente tra l’altro di reperire velocemente una quantità sbalorditiva di informazioni e strumenti contenuti nelle innumerevoli banche di dati collegate al Web. Se questo sterminato repertorio è utilissimo ( nessuna enciclopedia o biblioteca tradizionale riesce neanche lontanamente a eguagliarlo), ci sono anche degli inconvenienti: a volte le informazioni non sono fidate, l’utente è indotto a scambiare la possibilità di accesso con il possesso del sapere, cioè si illude di un’onniscienza che resta irraggiungibile, oggi come sempre. Ma nonostante limitazioni e inconvenienti, gli acquirenti vogliono che la velocità di accesso delle loro macchine non diminuisca col tempo e con i cambiamenti dell’ambiente informatico. Quindi è importante che il software si possa modificare per mantenere le caratteristiche originali: ecco l’importanza dell’open source. Ciò dimostra l’importanza dell’interazione uomo- macchina o uomo- software, che si esplica in una dinamica creativa capace di adattarsi alle mutate circostanze, come l’introduzione di applicazioni nuove, più potenti ma anche più ingombranti. In questo quadro s’inseriscono le comunità virtuali di comunicazione costituite dai social network , l’ultimo ' grido' della rete, che consentono un ampliamento smisurato del numero di interlocutori ma condizionano pesantemente i contenuti e la forma dei messaggi. Ma questo è un altro capitolo.
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