Unanimità sulle misure anticrisi
venerdì 27 novembre 2020

Un 'piccolo miracolo' s’è verificato ieri alla Camera. Uno di quegli accadimenti positivi a cui la politica italiana ci ha disabituato e che dunque quando si verificano ci appaiono come prodigi scientificamente inspiegabili, anche se dovrebbero rappresentare fenomeni del tutto naturali. Il sì unanime alla mozione sullo scostamento di bilancio di 8 miliardi di euro, infatti, non è solo un fatto raro ma, confermato anche al Senato, può essere foriero finalmente di un deciso cambio di passo. Di più, potrebbe prospettare l’avvio di un percorso virtuoso di confronto, di collaborazione, fino alla condivisione tra maggioranza e opposizione almeno delle risposte fondamentali da dare alla crisi pandemica.

Noi cristiani sappiamo che i miracoli si verificano e siamo portati a credervi, ma non siamo del tutto ingenui, né creduloni. Sappiamo bene che dietro il sì di ieri da parte delle opposizioni sta un lungo lavoro di tessitura portato avanti con decisione e merito dai leader di Forza Italia prima e Fratelli d’Italia poi, fino a convincere anche la Lega ad 'andare a vedere' le carte del premier Conte e del ministro Gualtieri. Così come, nella maggioranza, i riottosi rispetto al dialogo con la minoranza, e in particolare con Silvio Berlusconi, non sono mancati, soprattutto nel Movimento 5 Stelle. Dietro le quinte, il gioco politico-partitico è sempre assai complesso e molto sfaccettato. Ci sono convenienze che si cercano e posizionamenti di facciata.

Alla fine, però, non sono prevalse né la tentazione di restare nella posizione di comodo di chi, non governando, può promettere e chiedere l’impossibile. Né, dall’altra parte, la sordità di coloro che suppongono di bastare a se stessi in forza di una piccola maggioranza accompagnata, a volte, dalla supponenza di avere in tasca tutte le risposte giuste. Soprattutto quando, come in questo caso, si tratta di dare protezione alle categorie di lavoratori autonomi e imprenditori che non solo non possono lavorare, ma si trovano a dover far fronte comunque a spese fisse e imposizioni fiscali. Un obiettivo che non può non essere condiviso.

Si tratta della riscoperta di un metodo – quello del dialogo e della leale collaborazione – su cui il presidente Mattarella ha più volte insistito tanto con i partiti quanto con le diverse istituzioni del Paese. E che oggi può, deve, trovare concreta realizzazione anche nella discussione della manovra economica per il 2021. Al di là del maggior deficit di 8 miliardi, la Legge di Bilancio che approda tardi in Parlamento il prossimo 18 dicembre rappresenta allo stesso tempo uno scoglio sul quale evitare di infrangersi e un approdo per far sbarcare in sicurezza il Paese nell’anno nuovo.

Una manovra di galleggiamento, certo. Alla quale mancano ancora i fondi del Next Generation Eu per poter spiegare davvero le vele e che dovrà ancora principalmente sostenere la spesa sanitaria e dare protezione e ristoro a chi sta subendo i danni maggiori della crisi economica. Ma che, comunque, presenta alcuni importanti caratteri innovativi negli investimenti a favore di imprese e famiglie. Non è un caso che proprio sulla famiglia si sia verificato il precedente 'piccolo miracolo', quando, nel luglio scorso, alla Camera fu votata all’unanimità la legge delega per la creazione dell’assegno universale per ciascun figlio. Esattamente ciò che oggi – non senza fatiche – la Legge di Bilancio si propone di rendere concreto dal 1° luglio 2021.

Non nascondiamocelo: i fondi previsti sono appena sufficienti per estendere anche agli autonomi a basso reddito le provvidenze dei vecchi assegni familiari di cui oggi non godono, mentre si rischia ancora una volta di escludere il ceto medio dai benefici. Servirebbero infatti almeno 10 miliardi l’anno (e non i 5,5 previsti) per fare veramente la differenza rispetto all’annosa trascuratezza del trattamento fiscale delle famiglie con figli a carico. Tuttavia, non si può perdere quest’occasione – davvero storica – per avviare la svolta che finalmente individua la questione demografica come centrale per lo sviluppo e il benessere del Paese. Il medesimo discorso vale anzitutto per le risposte da garantire sul piano sanitario e, successivamente, per tutto ciò che concerne l’individuazione dei filoni d’intervento a favore della ripresa economica, supportati da prestiti e fondi europei.

Più degli eventi in sé, i miracoli sono importanti per la conversione dei comportamenti che indicano e soprattutto che provocano. I voti unanimi alla Camera e al Senato possono lasciare il tempo che trovano se restano singoli episodi. Occorre la volontà, da tutte le parti politiche, di perseguire con costanza e apertura il dialogo, il confronto e la leale collaborazione pur nei differenti ruoli. Per un solo grande scopo: il bene del Paese. Può suonare retorico, certo. Ma non per questo è meno vero e meno urgente di fronte al dolore delle oltre 50mila famiglie che hanno perso un loro caro e a un impoverimento dei cittadini mai tanto repentino e profondo. Non lo si dimentichi mai, dietro le quinte della politica.

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