venerdì 5 luglio 2013
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La situazione dei 53 consiglieri regionali della Campania è oggettivamente imbarazzante. D’accordo, non sono i primi né gli unici a essere indagati per aver utilizzato i fondi destinati al «funzionamento dei gruppi» ad altri scopi, che con i gruppi non avrebbero nulla a che fare, ma sarebbero serviti al «funzionamento» della vita personale dei singoli consiglieri. Che dire che non sia già stato detto?
Potrebbe essere utile, forse, metterci nei panni degli avvocati che accetteranno l’ardua impresa di difendere dei consiglieri tanto difficilmente difendibili. Sfidare a viso aperto il buon senso e allestire una difesa surreale. Perso per perso... «Signori della Corte: osservate costoro! Posate il vostro sguardo equo e giusto, privo di pregiudizio alcuno, su questi servitori della comunità, che hanno abbandonato le loro professioni, con spirito oblativo, per mettersi a servizio dei campani tutti. Sono stati costretti a trascurare la famiglia; i loro figlioletti allungano le braccia e implorano: "Papà, dove sei? Stai un po’ con noi!", ma loro niente, con il cuore lacerato servono innanzitutto i cittadini e perseguono il bene comune. Ebbene, su di loro grava un’ombra infamante, del tutto priva di fondamento.
Già si specula sulla cifra globale che sarebbe stata "distratta", oltre un milione e mezzo di euro. Tanta roba considerata tutta assieme, un’inezia se divisa per 53. Ma poi, perché le voci di spesa sarebbero ingiustificate? Siamo oggettivi e realisti. Un consigliere miope può avere la vista lunga e deliberare responsabilmente? No, ed ecco spiegato l’acquisto di occhiali da vista; al limite, anche quelli da sole sarebbero una spesa per la politica. E la piccola pasticceria? Avete mai provato a essere lucidi e a lavorare al meglio se assaliti da una crisi ipoglicemica? Non potete immaginare quanto bene alla comunità possa fare un babà assimilato al momento decisivo di una riunione del gruppo consiliare. E i giocattoli, chiederete voi? Tutte le più importanti ricerche di marketing strategico evidenziano come il gioco stimoli la creatività. Le idee migliori vengono infatti mentre giochiamo. I giocattoli giovano alla buona amministrazione!
E infine la tintura per capelli… Ma quale successo potrà avere, davanti alle telecamere, un consigliere grigio con i capelli grigi che terrà un discorso fatalmente grigio facendo calare una cappa di grigiore sull’intera politica campana? Parliamoci chiaro: se io, principe del foro settantenne, non esibissi qui davanti a voi una capigliatura corvina e non sorridessi senza rughe esibendo una dentatura tanto improbabile quanto perfetta, potrei avere la minima speranza di risultare credibile? Voi vi riunirete per deliberare senza ricordare quasi nulla di quel che ho detto, ma con il mio volto giovanile e ottimista stampato nella retina, con l’accento sulla e, mi raccomando: non acchiappiamo farfalle, noi! Signori della Corte! Non soltanto costoro non hanno sprecato il denaro pubblico, né se ne sono appropriati per i propri esclusivi e personali interessi, ma lo hanno usato in modo creativo pensando a tutti voi, al bene della gente, al progresso della Regione. Perciò non vanno condannati, ma compresi e – oso dirlo – elogiati».
Quando il gioco si fa disperato, i disperati cominciano a giocare.
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