sabato 20 luglio 2013
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Caro direttore,
l’incendio doloso del Liceo Socrate a Roma, dunque, non c’entrava proprio nulla con l’omofobia. Perché, però, abbiamo dovuto assistere a giornate di vibranti anatemi e laiche scomuniche, perché ci sono stati inflitti cori di indignazione e solenni filippiche?
Perché costruire, senza l’ombra di una prova, e con poche eccezioni ('Avvenire' tra queste) una tesi preconcetta e supportarla con pagine e pagine di sdegno giornalistico, e con minuti di servizi televisivi volti a indagare i retroscena di qualcosa che non c’era? Forse sarò un po’ limitato, ma a me fa molta più paura questa smania di trovare 'omofobia' dietro ogni piega dei fatti di ogni giorno… che non il problema, esecrabile in sé. Come pure mi turba profondamente quanto sta accadendo in Francia, in Inghilterra e in buona parte di una certa Europa, eventi sui quali la vostra è una delle poche voci fuori dal coro. Qualche solone, prima o poi, arriverà ad accusarmi di essere omofobo, anche perché leggo 'Avvenire'? Con stima.
Stefano Proietti, Roma
 
Non credo che arriveremo a tanto, caro amico. Ma stiamo informando e ragionando su certe norme allo studio della Camera dei deputati proprio perché a nessuno tocchi di patire accuse e addirittura conseguenze ingiuste per il solo fatto di pensare e parlare (e leggere!) con una libertà di pensiero e di opinione autentica, cioè limitata dalla buona educazione e dall’ovvio rispetto che a ogni persona è dovuto. Il rischio di una tale deriva purtroppo c’è, e la cosiddetta legge sulla omofobia potrebbe accentuarlo a dismisura. Sono convinto che questa bestemmia liberticida contro le civili opinioni di chiunque alla fine non verrà pronunciata (e fatta norma) dal Parlamento della Repubblica, e però ancora non ne ho la certezza. Me lo auguro... Così come mi auguro che si spezzi la coltre greve di un certo conformismo che induce a trarre morali e titolare articoli di giornale per presunzione e non per onesta verifica dei fatti. Il caso del Liceo Socrate è emblematico e non stupirà più di tanto se racconto che per il fatto di essere stati 'fuori dal coro'– dando cioè notizia del grave fatto con evidenza, ma senza accreditare tesi sul movente omofobo che lo stato delle indagini non suffragava – abbiamo ricevuto alcuni risentiti richiami da lettori forse saltuari e certo piuttosto eccitati, convinti che ci fosse stata una qualche nostra reticenza (persino omofoba!) nel raccontare un «chiaro caso di omofobia». La realtà era tutt’altra, e le illazioni sono state smentite. L’omofobia – intesa come violenza, offesa e concreta discriminazione contro uomini e donne omosessuali – va rifiutata, condannata e sanzionata. L’uso politico e liberticida della retorica omofoba è un problema serio che rischia di diventare serissimo. Non può e non deve essere così. Grazie per la stima, che ricambio.
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