«Caccia alle Ong», conseguenze attuali e future
venerdì 5 maggio 2017

Ciascuno tende a prestare attenzione e a credere a quello che conferma le proprie idee già cristallizzate. Tanta ricerca psicologica conferma la presenza in noi di processi mentali che favoriscono la separazione tra 'noi' e 'loro', in tribù contrapposte, all’interno delle quali i membri sono leali e solidali, ma pronti a mostrare ostilità verso gli estranei. Dalla preistoria a oggi abbiamo fatto progressi nell’allargare il cerchio morale sino all’universalismo che per primo il cristianesimo ha predicato.

Ma gli schemi settari sono sempre pronti a riaffacciarsi. Saperlo aiuta a non alimentare la contrapposizione noi-loro, ma permette anche di fomentarla se l’obiettivo è allargare il fossato fra 'tribù'. Tutto questo sta avvenendo con la chiarezza esemplare di un esperimento nel caso della 'caccia alla Ong' che aiutano i migranti in mare. Per fomentare le divisioni tra noi e loro e corrodere la fiducia tra tribù, non vi è nulla di più sottilmente efficace di questo: instillare il sospetto che persino nel nobile impegno altruistico di salvataggio vi sia qualcosa di interessato, di scorretto, di tenuto nascosto e messo in atto per secondi fini.

Se anche i 'buoni', se anche i 'pontieri', se anche coloro che dimostrano che le barriere si possono superare sono membri di una tribù, pronti a imbrogliare per i propri scopi, allora non c’è motivo di provare a resistere al settarismo. Ed ecco allora che sospetti montati ad arte, voci senza fondamento, generalizzazioni spurie diffuse come quasi certezze vengono recepiti con estrema facilità, sintetizzati nell’immagine di un’'invasione organizzata ai nostri danni'. Una falsità colossale dietro la quale, però, si può di nuovo scatenare la guerra fra tribù. A diversi livelli di intolleranza, ma facilmente si può passare a quella aperta e violenta. Come ha fatto ieri Forza Nuova a Roma con un blitz xenofobo e intimidatorio presso la sede dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni che, pur non essendo una Ong, costituiva un simbolo dell’accoglienza facilmente raggiungibile.

Siamo convinti che non assisteremo a un’esplosione di razzismo e di vili aggressioni, ma le 'rispettabili' esternazioni di funzionari della Ue e di esponenti delle istituzioni italiane, da parlamentari a procuratori della Repubblica, stanno forse inconsapevolmente (qualche volta scientemente) diffondendo parole d’ordine che catturano l’attenzione e portano conferme ai pregiudizi che si alimentano facilmente di tutto ciò che va nella loro direzione. Nessuna istigazione. Basta assecondare quello che molti vogliono sentire. E il fossato tra 'noi' e 'loro' non potrà che allargarsi. Come il mare che i migranti devono attraversare, nel quale spesso, tragicamente, annegano. E, nel quale, forse, senza Ong e senza umana solidarietà, annegheranno ancora di più.

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