mercoledì 23 dicembre 2009
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Nevica. Di chi è la colpa? Pare strano, stavamo appena facendoci una ragione della freddezza con cui grandi e piccoli della Terra avevano affrontato a Copenaghen il riscaldamento del Pianeta. Ma i venti del nord, seguendo le loro ingovernabili regole, han preso a soffiare, portandoci il gelo e poi la neve. E polemiche coi fiocchi."Bianco Natal"... Eppure basta guardarsi intorno, sfogliare un quotidiano o accendere la tv per ripiombare in una realtà tutt’altro che poetica, fatta di disagi e di mezzi disastri, di aerei e treni bloccati, di camion di traverso e auto incolonnate per chilometri, in tangenziale come nei centri urbani. Saltano gli appuntamenti e saltano i nervi. Certo, nevica!Ce lo avevano detto: non mettetevi in auto, che se poi restate bloccati ben vi sta. Ce l’hanno detto, prendete il treno, e già che ci siete portatevi panini, acqua e una trapuntina, che non si sa mai. Avevano detto: mettetevi in viaggio solo se proprio dovete, perché se scende la neve magari non scendono più gli aerei, anche loro potrebbero slittare, e sopra non c’è Babbo Natale. Ce ne avevano dette tante: anche che era tutto pronto, gioiose macchine da guerra in grado di fronteggiare le tormente più terribili. Ma che diamine, trenta centimetri in una sera…Ora che pale meccaniche, mezzi spargisale, spalatori pagati a giornata, esercito e persino carcerati sono, ben inquadrati, all’opera per restituire ai cittadini città vivibili e strade praticabili possiamo riflettere su quanto è accaduto (e, da subito, può ancora accadere). Se l’esperienza insegna, la lezione dovrebbe essere chiara: non ci si può aspettare che le soluzioni… piovano dall’alto. Almeno, non solo. Se il 21 dicembre nevica a Milano, Torino o Bologna non ci sono scuse, gli organismi preposti devono averlo preventivato e saper attivare immediatamente i servizi necessari. Ma ogni cittadino deve sapersi interrogare, in questa come in qualunque altra emergenza, sui propri comportamenti, trovare il giusto equilibrio tra diritti e doveri, saper coniugare il proprio agio con il disagio altrui. Non siamo a dire: a Natale regalatevi le catene per l’auto o le gomme da neve. Niente spot. Se però non le avete, pensateci davvero un momento prima di buttarvi in strada, magari diretti verso le meritate vacanze sugli sci. Vale anche, diciamo, per autotrasportatori o autisti di pullman turistici. Non siamo ingenui, la sicurezza costa e la crisi pesa. Però basta un Tir scivolato di traverso in autostrada per provocare chilometri di code e ore di attesa, e magari tamponamenti a catena.Insomma non è più il tempo – se mai lo è stato – dell’ognuno per sé. Ciascuno può fare la propria parte perché a tutti e a ciascuno compete una parte. Se posso andare in tram lascio la macchina in garage, ma poi il tram deve passare, perché il vigile ha lasciato la scrivania ed è in strada a sbrogliare gli ingorghi, e il traffico può riprendere a scorrere perché lo spazzaneve ha puntualmente liberato la strada... Chiudiamo il libro dei sogni, alla prossima occasione ci ritroveremo in coda a chiederci se è possibile che una normale nevicata invernale possa paralizzare mezzo Paese, e a prendercela con qualcun altro che può anche assomigliarci molto.
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