sabato 29 dicembre 2012
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Si avvicina la Giornata mondiale della pace del prossimo primo gennaio che il Papa ha quest’anno solennizzato con un suo Messaggio – «Beati gli operatori di pace» – ampio e variegato nell’esporre il bene della pace e nell’analizzare e denunciare i mali che oggi la contrastano in campo socio-politico, ambientale, economico-finanziario, alimentare, occupazionale, familiare. Eppure nei giorni scorsi l’attenzione e il rilievo dati da non pochi media si sono ridotti al tema delle nozze gay e, tutt’al più, dell’aborto e dell’eutanasia. Una scelta opportunista. Opportunista perché risponde alla logica del sensazionale: una notizia è tale e viene data in ordine al clamore che può suscitare. Ma così facendo non s’informa, perché non s’inducono le intelligenze a pensare. E il bene primario e centrale della pace – educare a essa, e promuoverla – è così dissipato.Dietro operazioni di questo genere c’è ideologica voglia di rissa, conformismo al «politicamente corretto» o l’una e l’altro insieme. E soprattutto c’è l’obiettivo di indebolire il messaggio, rendendolo meno vero, unilaterale e tendenzioso e provocando reazioni scomposte. Operazioni per alimentare la faziosità, non per promuovere la verità. Quella verità che il Papa si propone di servire e far risplendere agli occhi delle intelligenze e delle coscienze: «La verità sull’uomo – scrive – iscritta dal Creatore nel suo cuore». Non un’imposizione, ma un invito alla riflessione con il richiamo a princìpi di ragione: espressioni non di un credo ma di un cogito , non di un dogma ma di una sophia, di una sapienza etica. «Questi principi – leggiamo nel messaggio – non sono verità di fede. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone». Tali princìpi valgono in tutti i campi della moralità. Perché la morale è una e indivisibile. Non circoscrivibile agli ambiti della società e della politica, dell’economia e dell’ecologia, dell’alimentazione e dello sviluppo.C’è, infatti, un 'libro della natura' che bisogna leggere con intelligenza cordiale. Un libro che l’analfabetismo e l’agnosticismo etico tendono a rimuovere dalla cultura e dalla paideia etica del nostro tempo. Sono scritte in questo libro la grammatica e la semantica del matrimonio e della famiglia. Non relazioni e legami ad libitum dei soggetti. Ma uno status ontologico, fondato sull’essere uomo e sull’essere donna e sul vincolo d’amore aperto alla vita che li unisce. Statuto che l’unione omosessuale non possiede. Tutto questo non è opinione, è verità: è natura, biologicamente, affettivamente e spiritualmente avvalorata. Natura umana e umanizzante. E perciò eticamente vincolante.Uomini e donne sono liberi di sposarsi o no. Ma, se ci si sposa, si accoglie uno status di vita che non è fatto dagli interessati. E neppure da un potere legislativo. È fatto prima, dalla natura umana del nostro essere al mondo e dalla legge morale in cui essa prende forma normativa. Natura e legge che, per il credente, hanno la sapienza creatrice divina come principio. Cosa c’è in tutto questo d’intollerante? Dove sono i diritti conculcati? In che cosa è offesa e non rispettata la persona omosessuale? Dire la verità, farla risplendere, accoglierla e osservarla senza relativizzarla non è mai, per nessuno, un meno, ma un più di umanità. Per questo la verità è via alla pace. E senza verità, nella falsità e nella menzogna, non c’è pace.Un mondo senza verità è un mondo babelico e nella babele delle opinioni non fiorisce la pace, ma allignano individualismo ed estraneità, dispersione e discordia. Papa Benedetto ha fatto della conoscenza e dell’amore della verità un pilastro e la via maestra del suo magistero. Caritas in veritate è più che il titolo della sua ultima enciclica. È un indicatore di direzione, volto a fare vera la carità (il termine con cui il cristiano dice l’amore), e con essa la pace, che della carità è espressione. Come a dire Pax in veritate: senza verità la pace è abbandonata alla retorica e votata all’utopia.
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