domenica 22 settembre 2013
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Gentile direttore,
è come marito di una precaria della scuola che le scrivo. Mia moglie da 17 anni attende un posto stabile e, intanto, ogni anno aspira a un posto temporaneo che riceve di solito in provincia, quest’anno a 42 km da casa e con uno "spezzone", cioè un part-time obbligato. Così, teniamo sotto controllo il sito online del Provveditorato per vedere se ci sono novità per completare l’orario. Legga ora (qui sotto l’ho copiato) l’avviso comparso venerdì 20 settembre sul sito del Provveditorato agli Studi di Firenze: «A causa dei Mondiali di ciclismo, che si svolgeranno a Firenze dal 21 al 29 settembre , si comunica che la 2ª convocazione per il conferimento degli incarichi a tempo determinato da graduatoria ad esaurimento verrà effettuata nella settimana dal 30 settembre al 4 ottobre. Il calendario verrà pubblicato giovedì 26 settembre». Mi pare che tra le vittime del Mondiale di ciclismo finiscano per esserci anche i precari della scuola che non potranno accedere a nuove convocazioni prima della fine delle corse. Va da sé che in questo periodo non percepiranno alcuno stipendio. Forse è stata involontariamente trovata una nuova modalità di risparmio per il bilancio dello Stato? I più cari saluti.
Luigi Cobisi, Firenze
 
In tempi di ristrettezze tutto fa brodo, caro dottor Cobisi. E molto fa piangere. Penso che ci possa essere del vero persino nel suo ironico e sconsolato commento sulle tentazioni di "risparmio" ingiusto da parte di alcune amministrazioni pubbliche. Tagliare (poco o tanto) sulla pelle di chi da anni sta con un piede fuori e uno dentro nella scuola – coloro che chiamiamo "precari" – è ben più facile che razionalizzare e mettere a punto una macchina educativa che consuma molto, ma mortifica i suoi veri "motori", cioè gli insegnanti che in essa lavorano con passione. E sì, tutto fa brodo. Addirittura percorsi e gare del Mondiale di ciclismo in quel di Firenze.
Una volta, a chi sceglieva di prendere una strada difficile (come il duro e prezioso lavoro docente di sua moglie), si diceva: «Hai voluto la bicicletta? Pedala». Oggi ci ritroviamo davanti a un plateale: «Hai voluto la bicicletta? Aspetta. Ben altri devono pedalare in pace». Il problema è che non si tratta di una battuta. E se è vero che una settimana di stop non sarà per tutti (magari per qualcuno sì...) una tragedia, per proprio tutti i precari coinvolti si tratta dell’ennesima attesa con il cappello in mano e la dignità in tasca. Cattiva l’idea di averla imposta, cattivo il servizio reso alla scuola e a chi la frequenta, pessimo lo spettacolo. Ricambio di cuore il saluto, e a sua moglie auguri di buon (e presto stabile) lavoro.
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