Proprio nulla è automatico
sabato 18 aprile 2020

L'aver preso coscienza di quanto fragile e instabile fosse l’impalcatura su cui si regge il nostro modello di società, i mondi della politica, della finanza, della sanità e finanche le nostre vite, non ci rende migliori automaticamente, ma solo se lo desideriamo e lo vogliamo. E se sappiamo vedere di come a pagare il prezzo più alto anche in questi giorni sono coloro che meno hanno, meno sono considerati, meno vengono rispettati.

Le persone anziane non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo, sono tra coloro che hanno pagato e stanno pagando il prezzo più alto di questa pandemia che si è abbattuta sull’umanità come una tempesta in pieno estate. Non dimentichiamo che queste persone sono i nostri genitori, i nostri nonni, coloro che ci hanno insegnato a leggere, a essere uomini. Non siamo stati in grado di tutelarli, come essi fecero con noi quando eravamo bambini. Passata la tempesta, occorre ripensare un mondo a dimensione di anziani; sono i più fragili, quindi i più bisognosi di affetto e di rispetto, di attenzioni e di cure. In caso contrario, dobbiamo rassegnarci a considerare gli ultimi segmenti della nostra vita, verso i quali tutti ci avviamo, i più dolorosi, i più fastidiosi, i meno importanti. Eppure quanto bisogno abbiamo degli anziani, della loro sapienza, del loro affetto, basti fare attenzione a come il mondo guardi a papa Francesco e noi italiani al nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Gli anziani, ma non solo loro. Chi soffre di più durante questa quarantena forzata sono i bambini, i nostri bambini, sottoposti, all’impossibilità di andare a scuola, di giocare con gli amici, di frequentare l’oratorio. Ma il pensiero corre a quei bambini che non siamo stati mai capace di mettere al sicuro e che finiscono negli artigli acuminati dei pedofili. In questi giorni, don Fortunato di Noto, sempre in prima fila nella lotta alla pedofilia e alla pedopornografia, ci fa sapere che "Meter", l’associazione da lui fondata, ha scovato nei meandri di internet e immediatamente denunciato alla Polizia postale ben 4.577 video pedopornografici. Migliaia di bambini stuprati e fatti oggetto di mercato. Un vero e proprio girone infernale. La pandemia non ha fermato e non ferma la pedofilia e la pedopornografia. Poveri, cari bambini tra l’incudine del contagio e il martello dei pedofili.

Non ci si può neppure dimenticare che nelle zone a rischio, tra cui il quartiere nell’area napoletana in cui chi scrive è parroco. La camorra ha messo in moto un meccanismo perverso e già collaudato in altre situazioni di emergenza, come ad esempio il terremoto, e denunciato nei giorni scorsi dai procuratori Federico Cafiero De Raho e Nicola Gratteri. Essa penetra nella povertà della gente che si fa miseria per il venir meno del lavoro precario e/o in nero di cui viveva, finge una pietà che non ha mai avuto, dà da mangiare, presta denaro a usura, ben sapendo che lo riavrà indietro, e in questo modo, di fatto, diventa padrone di territorio e vite umane. Lentamente, ma inesorabilmente, entra in possesso delle piccole aziende non più capaci di far fronte alle spese, i cui proprietari si ritroveranno, a fine emergenza, a dover fare da prestanomi. In queste ore, camorra, mafia, ’ndrangheta sono efficientissime. Approfittando del momento storico più unico che raro che stiamo vivendo, mentre tanti si stanno prodigando per strappare vite umane alla morte, esse affondano le radici nel terreno melmoso della miseria per uscirne più forti.

Siamo stati presi di sorpresa, la pandemia ci ha trovati impreparati, è vero. Stiamo soffrendo. E occorre pensare al futuro perché le morti di tanti nostri connazionali e fratelli sparsi per il mondo non siano vane.

Si parla di «ripartenza». Sì, ma per andare dove? Dobbiamo mettere a frutto la lezione ricevuta sui fronti dell’organizzazione sociale, dell’economia, del rispetto delle regole, della solidarietà. Ma soprattutto dobbiamo aver chiaro che solo facendo attenzione agli ultimi, possiamo sperare, negli anni che verranno, a uscire davvero dal tunnel e a essere più sereni. Gli ultimi che mettiamo al margine dell’attenzione o di cui, addirittura, ci dimentichiamo – gli anziani, i bambini, i poveri – non possono continuare a diventare vittime sacrificali utili alle strategia di prepotenza di cinici e criminali.

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