martedì 24 marzo 2020
Non si potrà tornare a quella «normalità»
È l’ora di prepararsi a un altro modello socio-economico

Ansa

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Caro direttore,
«Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema», è una frase che non mi esce dalla testa. In questi giorni, sbarrati in casa, spero che a nessuno sfugga l’importanza della riflessione sul post-Covid. I discorsi istituzionali ci annunciano privazioni sempre meno sopportabili in cambio di un “fuori dal tunnel” dove ci riabbracceremo, ci stringeremo la mano e torneremo in piazza. Mi chiedo: è questo davvero quel che speriamo per il domani? Tornare da dove siamo partiti? Ai virus culturali che avevamo? Io non voglio tornare da dove ero partito.

Certo, il Paese in ginocchio che troveremo non sarà quello di prima. E bisognerà rimboccarci le maniche. Ma per andare verso quale direzione? La stessa di prima? Questa è una domanda che abbiamo il dovere di farci oggi, pur tra le lacrime. È ora il sacrosanto momento nel quale elaborare il lutto di un passato politico ed economico che ci ha consegnato a una normalità che normalità non era affatto. Lo capiamo? Ce ne convinciamo? Ora abbiamo bisogno di riflettere sul fatto che la normalità era il problema, altrimenti al prossimo giro di virus saremo ancora più deboli.

Tutto quel che la normalità respingeva, dagli accordi sul clima, agli investimenti in sanità pubblica, allo stop al consumo di suolo e al traffico, alla tutela della biodiversità, agli investimenti in ricerca, cultura e manutenzione del Paese, a incentivare la buona agricoltura (e non l’altra), al dare dignità al lavoro sconfiggendo la mentalità che “fare il nero è necessario”, all’economia circolare e fondamentale al posto della tradizionale, al perseguire corruzione e furbizia “senza se e senza ma” e così via, deve ora essere messo in cima all’agenda pubblica di una normalità che va costruita proprio ora, nelle macerie in cui siamo. Altro che balconi, tarallucci e vino. Pensate che mentre siamo qui, convintamente a casa a fare la nostra parte, ancora ci dicono che è normale che la Borsa rimanga aperta e i Parchi chiusi. Io non voglio risvegliarmi con quella normalità.

Ordinario di pianificazione territoriale ambientale DAStU Politecnico di Milano
editorialista di Altraeconomia

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