Non il pensiero di ciò che ci manca ma l'uso buono di ciò che ci è dato
venerdì 20 novembre 2020

Caro direttore,
c’è chi si chiede se questa epidemia sia una 'punizione divina', ma sicuramente una cosa ce la può insegnare, anche se è difficile che impariamo, e cioè a non stare a pensare sempre e solo a «quello che ci manca», come ha detto papa Francesco nell’omelia di domenica scorsa, Giornata mondiale dei poveri, ma ringraziare sempre il Signore di quello che abbiamo, se no anche quel poco ci può essere tolto. Non solo nella vita personale, anche in quella politica e sociale. Ricordiamo il dibattito catastrofico che c’era in Italia a gennaio? Tutto va male, siamo in crisi nera... Ma oggi chi non metterebbe la firma per tornare come allora? Certo, eravamo in un periodo di stagnazione (provocato, ricordiamolo, da una crisi di fiducia innescata da improvvide dichiarazioni di volere uscire dall’euro nell’estate 2018). Ma, come nella vita di ognuno, bisogna conoscere, sì, e combattere ciò che non va, ma anche raccontare e rendere onore a ciò che abbiamo, e fare leva su di esso – mentre una narrativa generica dello sfascio non serve che a creare cinismo e risentimento, e apatia, perché non si mostrano modelli positivi da emulare. I nostri padri nel Dopoguerra, in condizioni di vita impensabili per noi, non sono stati a dirsi tutti i giorni 'siamo in mezzo alle macerie', e non passavano il tempo a sbranarsi a vicenda. Si sono solo rimboccati le maniche.

Danilo Mevo Perugia

Grazie, caro signor Mevo. La conclusione alla quale lei arriva è la riflessione che faccio e l’incitamento che mi do anch’io quasi ogni giorno: di fronte alle difficoltà, di qualunque tipo, e addirittura quando pensi e senti quel che vivi come una 'punizione', bisogna saper godere ed essere grati per ciò che ci è dato, alzare gli occhi al Cielo, darsi un orizzonte di senso e rimboccarsi le maniche, facendo la nostra buona parte e mai solo per noi stessi. Si può fare, a volte costa o sembra che non ne valga la pena, ma si può fare. E soprattutto porta frutto, alla lunga e anche solo a fine giornata, quando ti guardi allo specchio, riordini i pensieri e magari, finalmente, fai anche un po’ di esame di coscienza.

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