venerdì 25 marzo 2011
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Caro direttore, non avevo ancora trovato il tempo di esultare appieno per la decisione della Grande Chambre di Strasburgo di lasciarci il "nostro" Crocifisso, che su Avvenire di domenica scorsa mi sono trovato di fronte all’'esperimento verbale' della Castiglia, in forza del quale la «Settimana Santa» avrebbe dovuto essere sostituita da un politicamente corretto «Riposo fra il secondo e il terzo trimestre». Mentre cominciava a salirmi in gola un istintivo e (oserei dire) salutare: «Basta!» con tanti "omissis", il Chesterton di «Eugenetica e altri malanni» mi ha tranquillamente ricordato che la strategia di codesti geniali innovatori è di vecchia data: l’espediente di sostituire parole brevi con lunghe e laboriose circonlocuzioni è il classico segnale di chi vorrebbe raggirare la schiettezza evangelica del «Sì, sì; no, no».Riflettevo sulla disarmante verità espressa più di un secolo fa dal defensor fidei G.K.Chesterton, quand’ecco fargli eco il Nobel Heinrich Böll di «La raccolta di silenzi del dottor Murke» in «Racconti umoristici e satirici». Come potevo dimenticare quel suo delirante e spassoso personaggio? Si trattava di uno spocchioso critico d’arte degli anni Cinquanta, il quale, preso da scrupoli intellettuali, aveva preteso di sostituire in una serie di conferenze da lui precedentemente registrate presso un’emittente radiofonica tedesca, al termine «Dio» un per quei tempi più politicamente corretto, «Quell’essere superiore che veneriamo», provocando situazioni a dir poco esilaranti. Cari, cari Chesterton e Böll, diteci che avevate già previsto tutto sull’idiozia umana: questo forse non risolve, ma certo rasserena. E voi di Avvenire, dateci sempre conto di tutti gli 'esperimenti verbali' che avvengono nel mondo, perché purtroppo essi sono spesso più forieri d’inganni e di tragedie di quanto possiamo immaginare! Grazie.

Francesco Zanettin

Conti pure, caro signor Zanettin, sulla nostra attiva vigilanza. «Sperimentatori» (verbali) fa infatti rima con «picconatori». E chi, come noi, fa con passione e rigore il mestiere di giornalista non fatica poi molto a capire che la stralunata logica che muove, in Spagna, i pasdaran del laicismo zapaterista non è affatto lontana da quella che governò, in Afghanistan, la follia dei distruttori dei Buddha di Bamiyan. È così: i fondamentalisti del politicamente corretto anti-cristiano si sentono forse tutti inossidabili pronipoti di Fabre d’Églantine (colui che ribattezzò mesi e giorni per dare ai rivoluzionari francesi il loro 'calendario repubblicano' e purtuttavia finì ghigliottinato assieme a Danton...), ma si rivelano ogni giorno di più straordinariamente affini ai peggiori taleban... Checché dicano e proclamino, gentile e brillante amico, nessuno di costoro ha ragione. E noi – che alla ragione, oltre che alla nostra fede, teniamo molto – continueremo a non dargliela.
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