Eccolo finalmente il decreto per la "terra dei fuochi" che, come dice giustamente il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, vuole togliere a questa terra un nome così "infamante". Repressione e tutele, sono le due linee del provvedimento che introduce nuovi reati, pene pesanti e obbligo di arresto per inquinatori e incendiari, oltre all'impiego dell'esercito e prevede la mappatura dei terreni per stabilire una volta per tutte quali siano quelli davvero inquinati e quali, invece, indenni, garantiti. Una mappatura da fare in fretta, previsti 150 giorni, per evitare gli allarmismi che preoccupano i cittadini e danneggiano un'economia già in difficoltà. Un provvedimento che, dunque, viene concretamente incontro alle richieste della gente di questa terra, alle quali Avvenire ha dato voce costantemente da più di un anno e mezzo. Procedure più rapide e fondi per le bonifiche, colture no food per i terreni troppo inquinati. Risposte concrete frutto, va sottolineato, di un bel lavoro di squadra tra 5 ministri. E anche questo è un risultato da sottolineare positivamente. Ora per completare il lavoro serve un maggiore controllo sull'economia in nero che smaltisce in nero i propri rifiuti. Servono stretti controlli per evitare che la camorra si ricicli nelle bonifiche. Ma serve, soprattutto, che il decreto sia fatto funzionare, a tutti i livelli. I cittadini, come hanno dimostrato in questi mesi, saranno molto attenti. E noi con loro.
Opinioni
Dietro le sbarre sovraffollamento e violenze, precarietà, ma la speranza può rimanere testardamente accesa
L’Italia è uno dei Paesi con il più basso livello di dottorati in ricerca. Ve ne sono 29.480 contro oltre 39.000 in Polonia, 90.000 in Spagna, 60.000 in Francia e ben 200.000 in Germania
Sono rimasto confuso quando si è inginocchiato davanti a me e ha voluto, per forza, lavarmi i piedi. Perché, Gesù? Era davvero necessario? Non avresti potuto salvarci in un altro modo?