mercoledì 2 marzo 2016
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​Gentile direttore,
le invio la lettera che ho scritto per un destinatario speciale. «Carissimo Re del Mondo, scrivo a te che “ci tieni prigioniero il cuore”. Mi chiamo Luca e ho studiato filosofia al San Raffaele di Milano. Ho studiato soffrendo e dando tutto me stesso. Ho sviluppato un pensiero critico e personale e ho fatto incontri con uomini straordinari. Ho pure pubblicato 6 libri “per tutti e per nessuno”. Bene! Oggi ho quasi 32 anni e sapendo ormai come funziona il tuo mondo (non prendiamoci più in giro) ti chiedo: è possibile lavorare per un pezzo di pane o dovrò sempre cibarmi delle briciole che cadono dalle tavole dei tuoi pezzi grossi? I miei genitori mi hanno permesso di studiare (e li ringrazierò sempre perché mi hanno permesso di essere un uomo libero), ma non possono comprarmi un lavoro (perché funziona così!) e non possono più finanziare i miei sogni (forse non è una cosa così cattiva). In più non sono nemmeno talmente bello da poter vendere il mio corpo per un posto di lavoro. Insomma caro Re del Mondo, io vorrei vivere tranquillo e non indignarmi ogni santo giorno. Non voglio fare paragoni perché “chi può fare e non fa vive scontento”. Quindi, ringraziandoti per le briciole (è già qualcosa), attendo che i terrestri arrivino su Marte, non trovino altre forme di vita e finalmente esisterà un pianeta dove sorgeranno tempi in cui per fare il mestiere ci vuole anche un po’ di vocazione». Con stima e cordiali saluti
Luca Farruggio
Grazie per questa lettera lieve e furente dal gran fronte del futuro. Con la sua preparazione, gentile dottor Farruggio, se ne possono ben scrivere al “re del mondo” (che non è neanche lontano parente del Re del Cielo...). Auguri per la conquista qui sulla Terra del suo spicchio di domani (o se vuole di Marte). E, mi creda, meglio raccogliere briciole amare che finire «in vendita».
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