lunedì 20 agosto 2012
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È una creatura dei boschi, dei crinali. Un essere che ama la notte e certi dispetti. Il suo nome stesso, Mazapégul evoca incontri non serafici con le pecore. Terrore di pecore e pecoroni, dunque e di chi presume di tenere la vita in recinti, il Mazapégul è in questi giorni disceso in riviera per il Meeting. Un follettone che si aggirerà con humour e occhi aperti. Arrivando ai padiglioni della Fiera di Rimini, s’è trovato l’annuncio dell’arrivo del premier Monti, quello che come dice l’amico dei Mazapégul Benigni è talmente rigido che allo stadio della finale agli Europei la ola del pubblico arrivando a lui tornò indietro. Voleva issare il cartello "nel cuore ho un magnifico scontro, non uno scontrino" ma il Mazapégul ha lasciato perdere. Del resto qui posson venire tutti, ha bofonchiato il Mazapégul, tinchi e molli, rigidoni e taglienti, montiani e smontati. Tutti i tipi di personalità. La gente del Meeting è stata spesso presa in giro da "osservatori" che dicevano: tanto qui applaudono a tutti. Come dire: scemi, questi. Macchè osservatori, avevano gli occhi nel luogo dove non batte il sole. Certo, qui si è cortesi con tutti. Ma si tengono le orecchie bene aperte e il cervello in moto. Lo dimostra un fatto: molti degli applauditi sono ormai un ricordo sbiadito nella vita pubblica, il Meeting no, è ancora qui, più vivo di sempre. Il che forse significa che il senso critico è forte, almeno quanto l’ospitalità verso chi per ragioni istituzionali, culturali o sociali ha qualcosa da dire. In un paese che ama invece la faziosità a prescindere, dove si scambia la varietà con la guerra, chi mette in campo una inesausta voglia di incontro sembra un pazzo. Bene, benvenuti tra i pazzi. Il Mazapégul si guarda intorno. Molte creature strane, come lui. Con il cuore trafitto d’infinito e gli occhi aperti. Con il cuore pieno di begli scontri e le tasche dove si perdono sempre gli scontrini.
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