martedì 1 marzo 2016
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Gran parte della comunità scientifica concorda sul fatto che sull’umanità incombe una seria minaccia. Se non riusciamo a ridurre di circa 10 gigatonnellate le emissioni di anidride carbonica per evitare che la temperatura cresca di più di due gradi da inizio secolo, il superamento di alcune soglie critiche potrebbe scatenare effetti catastrofici a catena come ad esempio lo scioglimento del permafrost (il terreno ghiacciato nelle aree più fredde del pianeta) che libererebbe enormi giacimenti di gas metano aumentando enormemente i gas serra e mettendo in serio pericolo l’equilibrio del pianeta. La conferenza di Parigi Cop21 si è chiusa con risultati importanti, ma ancora insufficienti. Per la prima volta tutti i Paesi partecipanti hanno preso un impegno per la riduzione dei gas serra concordando sui pericoli del riscaldamento globale. Gli impegni adottati sono però largamente insufficienti per raggiungere l’obiettivo. E lasciano necessariamente lo spazio all’azione della politica locale e della società civile. In questo contesto, l’enciclica Laudato si’ rappresenta una vera e propria opportuna rivoluzione che contiene le chiavi per la soluzione del problema, indicando con chiarezza un sentiero virtuoso di 'ricca sobrietà' e di superamento delle diseguaglianze che sarebbe in grado di farci recuperare il sentiero della sostenibilità. La prima indicazione è che esiste un nesso inscindibile tra diseguaglianza e sostenibilità ambientale. Sappiamo infatti benissimo che gli squilibri demografici sono figli della povertà. I soli Paesi a crescita esplosiva sono quelli poveri. Appena le condizioni economiche migliorano e con esse il livello d’istruzione i ritmi di crescita della popolazione si abbassano. Ridurre le diseguaglianze vuol dire in questo caso ritrovare l’equilibrio limando naturalmente i due eccessi opposti di tendenza alla sovrappopolazione del Sud e di declino demografico del Nord del mondo (confermato dai terribili dati sull’inverno demografico italiano raccontati su queste colonne da Gian Carlo Blangiardo). Allo stesso tempo contrastare il fenomeno del riscaldamento globale vuol dire ridurre quella pressione alla desertificazione e alla scarsità di risorse che ha investito in pieno la fascia del Sahel alimentando enormi flussi migratori e manovalanza degli integralismi che trovano terreno fertile nella disperazione e nella precarizzazione degli abitanti di quelle terre. È altresì arcinoto che le regole per una dieta salutare (meno carne, più frutta e verdura) coincidono sorprendentemente con quelle della sostenibilità ambientale. Anche in questo ambito, combattendo gli sprechi e superando la diseguaglianza tra fame e obesità, possiamo ritrovare la via della sostenibilità e della giustizia sociale. Questi esempi fanno chiaramente capire che c’è un codice di armonia iscritto nella creazione che mette assieme sviluppo sostenibile, giustizia sociale e salute, e con essi anche il progresso spirituale che l’enciclica ci invita a ritrovare indicandoci il percorso della 'ricca sobrietà'. Percorso che può essere stimolato da alcune decisioni politiche chiave. Tornando a noi e applicandoci a un emblematica e concretissima dimensione locale di questa grande sfida, cioè le polveri sottili, sappiamo oggi benissimo che cosa è necessario fare. Poiché le due fonti principali delle emissioni e delle polveri sono nel trasporto e nel riscaldamento domestico bisogna passare all’ultima generazione di automobili (ibride) e di caldaie (a condensazione) e procedere all’efficientamento energetico degli edifici in cui beviamo e lavoriamo. Il ministro Graziano Delrio, nei giorni dell’emergenza-polveri, ebbe il coraggio di affermare in un’intervista che l’efficientamento degli edifici dovrebbe essere obbligatorio. Sarebbe l’inizio di una rivoluzione verde con impatto significativo anche sulla crescita del Paese. Senza oneri per i cittadini perché le energy saving companies già operanti sul mercato si fanno carico dei rischi dell’investimento e incassano poi il dividendo del risparmio di energia dei condomini fino a remunerare l’investimento stesso. Dopodiché l’intervento produce un guadagno per i condomini stessi. Affiancando l’efficientamento energetico obbligatorio degli edifici a trasferimenti fiscali 'modello conto energia' a costo zero per lo Stato (dove gli incentivi a chi passa alle nuove tecnologie sono caricati sulla bolletta generale creando un enorme incentivo al cambiamento) possiamo diventare leader di una rivoluzione che mette assieme salute, sostenibilità ambientale e sviluppo. Ma che cosa aspettiamo?
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