Clima e giustizia, scienziati e giovani
sabato 25 maggio 2019

Ciascuno di noi è chiamato ad agire per prendersi cura della nostra casa comune che va in pezzi. Nel quarto anniversario dell’Enciclica Laudato si’ di papa Francesco un attivo movimento di giovani si leva in tutto il mondo, sollecitando la società civile a una radicale conversione ecologica. Il manifesto della Generazione Laudato si’, scaturito dalla Gmg di Panama, ci sfida a rispondere con coraggio alle grida sempre più angoscianti della terra e dei poveri, a prendere sul serio l’allarmante crisi climatica e ad arginare il riscaldamento globale. L’Accordo di Parigi sul clima del 2015, per mantenere l’aumento della temperatura media della superficie del pianeta ben al di sotto dei due gradi centigradi, è largamente disatteso, e il Rapporto Speciale del Gruppo intergovernativo sul Cambiamento Climatico del 2018 ci avverte che abbiamo soltanto un decennio per evitare impatti distruttivi, per salvare milioni di persone vulnerabili nelle regioni costiere.

Condizioni meteorologiche estreme quali siccità e inondazioni sono un monito per intraprendere azioni drastiche e cambiare rotta. Nel Messaggio del cardinale Turkson alla Comunità scientifica in occasione del quarto anniversario della Laudato si’, si focalizza l’attenzione sulle migliori risorse della nostra natura umana per operare un cambiamento radicale del nostro stile di vita, nell’uso dell’energia, nell’agricoltura e nell’edilizia, nella produzione industriale e nei consumi, nei trasporti. Servono i talenti e il coinvolgimento di tutti, quella formazione umana che è la chiave per salvare la nostra casa comune. Un’alleanza educativa e politica per coniugare ecologia integrale e vitalità economica, sconfiggendo i potenti interessi che ostacolano la risposta collettiva a una minaccia senza precedenti contro la nostra civiltà. Promuovere sviluppo e cura della casa comune significa oggi pensare alla Terra come un progetto comune, uno spazio sacro, una soglia.

«La soglia di 1,5 gradi di aumento della temperatura media è una soglia fisica critica ma anche morale e altresì religiosa. Il mondo che stiamo distruggendo è il dono di Dio all’umanità, proprio quella casa santificata dallo Spirito divino all’inizio della creazione, il luogo dove ha piantato la sua tenda in mezzo a noi», nota il prefetto del Dicastero del Servizio dello Sviluppo Umano. Comunità scientifiche e giovani generazioni indicano che le questioni ambientali possono e devono essere affrontate. La cultura della sostenibilità oggi rappresenta una forma di capitale sociale che dice il grado di coesione civica, la natura dei rapporti di collaborazione istituzionale e la profondità dei legami di solidarietà. Approfondire la gestione e la comunicazione della sostenibilità deve sempre più contribuire a una governance responsabile della nostra madre terra. Che grida verso il cielo.


Ogni mutamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo. La complessità delle trasformazioni politiche, sociali ed economiche in atto richiede un dialogo che tocchi il cuore e le mani. Persone, Pianeta, Partnership, Pace, Prosperità. Tutto questo i giovani cercano nelle manifestazioni per il clima, bene comune affidato a competenza scientifica, coscienza civile, responsabilità politica, fede religiosa. Dispositivi tecnologici sempre più sofisticati e fragilità del pianeta chiamano in causa le risorse creative delle giovani generazioni per trovare nuove strade, eque e solidali per vincere le povertà. Per un nuovo umanesimo della vita. Dove i diritti umani sono strettamente correlati ai doveri e la pratica della giustizia tra le generazioni si fa a partire dalla solidarietà con chi è maggiormente ferito e sofferente. E «fra i i poveri più abbandonati e maltrattati c’è la nostra oppressa e devastata terra»

Direttore Alta Scuola per l’Ambiente, Università Cattolica


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