domenica 22 marzo 2009
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Caro Direttore, è davvero strano questo nuovo umanesimo occidentale. Ad una gravidanza indesiderata rimedia con l’aborto; al dolore dell’aborto chirurgico rimedia con la solitudine e i pericoli della RU 486; al desiderio del figlio sano rimedia con la selezione degli embrioni e la soppressione dei feti malati; al desiderio del figlio «perfetto» rimedia con le mercificazioni delle banche del seme; alla malattia rimedia con l’eutanasia oppure sfruttando/eliminando quel germoglio di vita che è l’embrione; alla fame nel mondo rimedia con le «cosiddette» pianificazioni demografiche; difende i diritti delle donne e dei disabili e poi gli nega quello fondamentale: il diritto di nascere. Chissà che un giorno qualcuno non riesca a dare un volto umanitario anche alla tratta degli esseri umani e al traffico di organi. Sì, è davvero strano questo nuovo umanesimo occidentale: un umanesimo senza uomo!

Stefano Galletta

La sua analisi, caro Galletta, è secca, impietosa ma aderente alla realtà. Davvero, l’«umanesimo » contemporaneo – se così lo si può ( impropriamente) definire – giunge a un paradosso ipocrita che la Chiesa denuncia da tempo: quello di voler affermare, in nome dell’individuo, una mentalità da cui l’uomo – in quanto persona e creatura – è di fatto assente, eclissato come un astro nell’oscurità dalla tenebra. È palese come questa « rivoluzione » moderna sia figlia d’una precisa cultura: quella dell’efficientismo, dell’ « utilità » trasformata a norma etica; una visione dei diritti umani che – approssimandosi a posizioni sempre più sinistramente eugenetiche – fatica a contemplare, nella propria carta valoriale, « incidenti » che contraddicono il principio di efficienza, ma sono intrinseci alla condizione umana, accompagnandola da sempre, come la morte, la malattia, la disabilità, la vita inerme e « non produttiva » . Ma noi sappiamo che non è così che s’afferma la grandezza dell’uomo. Lo sappiamo alla luce non solo del Vangelo ma anche della ragione naturale e della gran parte delle tradizioni religiose elaborate dalla storia umana. Purtroppo, quest’aridità scientista, negando l’imperfezione, rischia di negare ciò che è propriamente umano. L’uomo infatti non è una macchina pragmatica, ma una creatura costitutivamente alla ricerca di significato, anelante a scoprire ciò che dà senso ai limiti oggettivi dell’esistere e del conoscere. Negando il dolore e la speranza, la cultura moderna sembra voler rinunciare alla ricerca, che è prerogativa d’elezione della persona umana. In tale chiave è utile rileggere le parole pronunciate, al riguardo, da Papa Benedetto XVI nell’omelia della Messa d’Epifania, il 6 gennaio 2007: « ... Continuate a cercare, senza mai rinunciare, senza mai disperare della verità... è questo infatti il grande pericolo: perdere interesse alla verità e cercare solo il fare, l’efficienza, il pragmatismo... Ricordate... le parole di sant’Agostino: ' Cerchiamo con il desiderio di trovare, e troviamo con il desiderio di cercare ancora'. Felici sono coloro che, possedendo la verità, la continuano a cercare, per rinnovarla, per approfondirla, per donarla agli altri. Felici sono coloro che, non avendola trovata, marciano verso di essa con cuore sincero » .

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