mercoledì 2 marzo 2016
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Caro direttore, 
la volontà del Partito democratico di rivedere la legge sulle adozioni è opportuna. Per questo occorre, fin da subito, chiarire da che parte ci si mette. L’adozione risponde alla necessità di dare una famiglia a minori dichiarati privi di assistenza morale e materiale. Non è il modo attraverso cui il desiderio, umanissimo, di prendersi cura di un bambino si deve realizzare. Prevale il preminente interesse del minore, non esiste un diritto al figlio. Trovo quindi ancora convincente lo spirito del legislatore che, oltre trent’anni fa, ha indicato la coppia eterosessuale sposata da almeno tre anni, e valutata idonea, come la sola titolata ad adottare.
 
 
Quindi la coppia con due caratteristiche: complementare nel genere e impegnata pubblicamente a garantire una continuità affettiva. Si tenga conto che oggi vi sono circa dieci coppie sposate per ogni bambino dichiarato adottabile. Dunque non vi è ragione di aprire ad altre soluzioni per l’adozione del figlio di terzi, a meno che si dimostri che il genere diverso e la stabilità affettiva siano irrilevanti. Ci sono alcuni casi particolari che già consentono l’adozione a single e coppie non sposate, ma di questo, appunto, si tratta: eccezioni. 
 
 
Altra cosa è poi l’adozione del figlio di uno dei componenti la coppia. Il caso della coppia sposata eterosessuale è già normato, mentre quello della coppia omosessuale è stato rinviato nella sua eventuale definizione. Io penso in proposito a una soluzione diversa, che consenta l’esercizio della funzione genitoriale senza il riconoscimento della genitorialità legittima. Resta poi da comprendere cosa oggi non funzioni nell’applicazione della legge in vigore. Ad esempio, molte associazioni criticano il funzionamento dei meccanismi e degli uffici statali che consentono (consentirebbero) l’adozione internazionale. Insomma, se rimettere mano alla legge significa 'più adozioni per tutti', io non condivido. Se invece significa aumentare il numero dei bambini (specie stranieri) adottati, preparare le famiglie adottive e farle meno penare, ridurre costi e burocrazia, intervenire meglio nei casi particolari, allora concordo. 
 
*Vicepresidente dei senatori del Pd
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