sabato 23 marzo 2013
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È lungo il passo tra la «larga condivisione» che c’è nell’analisi teorica delle urgenti e gravi questioni politico-istituzionali del mo­mento e la «larga coalizione» che è indispen­sabile costruire per affrontarle concretamen­te. Ma soprattutto è difficile e tortuoso il sen­tiero verso un governo in grado di dare rispo­sta adeguata ed efficace alla «vastità e acutez­za del malessere sociale» che ha messo radici nella quotidianità. Non c’è, allo stato, una 'maggioranza politico­programmatica' in grado di sostenere un e­secutivo stabile e neanche una 'maggioranza di scopo', generosamente disposta a garanti­re per un tempo dato e ragionevole un’azione minimamente condivisa e massimamente u­tile sul piano delle politiche fiscali e del lavo­ro e, al tempo stesso, una seria riforma della legge elettorale che restituisca ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e alla politica un giusto 'costo'. Per questo l’incarico conferito ieri sera dal pre­sidente Napolitano a Pier Luigi Bersani – il ti­tolare della maggioranza dei seggi alla Came­ra e, perciò, il meno sconfitto dei leader poli­tici protagonisti delle elezioni generali del grande scontento – è un incarico pieno, ma condizionato. Il richiamo esplicito da parte del capo dello Stato all’articolo 94 della Costitu­zione sottolinea che l’unica cosa che il segre­tario del Pd non potrà fare sarà costituire un governo che nasca irrimediabilmente già bat­tuto, con in una tasca la sfiducia del Senato e nell’altra un biglietto di sola andata per le ele­zioni politiche anticipate. Il rebus appare senza soluzione. Bersani sogna di convincere Grillo e non vuole saperne di Berlusconi. Berlusconi vuole, invece, una gran­de intesa con Bersani e punta ad avere voce in capitolo nella scelta del nuovo presidente del­la Repubblica... Monti è disposto ad allearsi con chi condivide la sua «agenda europea», ma è decisivo solo in caso di scontro totale Pd-Pdl e di elezione del prossimo inquilino del Quirinale per blocchi contrapposti. Grillo non vuole saperne di alleanze e punta a fare emergere impotenza e incapacità di tutti gli altri partiti. La quadratura appare impossibile, eppure va trovata, comunque si concluda la 'verifica' affidata a Bersani. Al premier incaricato facciamo l’augurio di camminare spedito, ma soprattutto con saggezza, valorizzando la parte costruttiva e coinvolgente del suo programma e alleggerendo lo zaino della zavorra di pregiudizi e di ambigue e false priorità (sui temi socialmente ed eticamente sensibili).Ai leader di tutte le forze oggi rappresentate in Parlamento auguriamo di non ripetere – e di non lasciar ripetere – gli errori che hanno portato a sciupare gli ultimi mesi della scorsa legislatura, quando nelle assemblee di Camera e Senato non fu onorato il dovere – e venne vanificata la concreta possibilità – di procedere a una convincente autoriforma della politica e dei suoi 'luoghi' istituzionali, elettorali e di partito. Si è seminato vento e si è raccolta tempesta, che ha spazzato via anche buona parte dei vecchi e presuntuosi seminatori. E tutti gli indici segnalano che, in questa tempesta che continua a rombare anche nelle vite e nel giudizio dei cittadini, le condizioni dell’Italia e della sua gente si stanno aggravando e possono solo continuare a farlo.Che cosa serve di più per convincersi che è proprio tempo di cambiare semina? È questa, in fondo, la vera, stringente, inevitabile «condizione» perché l’attuale e difficilissimo passaggio porti a una fase davvero nuova nella vita politica e civile del nostro Paese.​
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