mercoledì 29 giugno 2016
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Un diverso modo di misurarci. Per andare oltre il totem del Prodotto interno lordo, il Pil. Un acronimo che ha affascinato e guidato per decenni gli economisti e i governanti del mondo intero. Plasmando l’Occidente e le sue politiche economiche e industriali. Linfa stessa del fenomeno del consumismo che è e resterà, probabilmente, il principale connotato dell’era contemporanea.  Eppure il Pil sta da alcuni anni mostrando la corda, pur rimanendo il fondamentale criterio di valutazione della ricchezza di un Paese e della presunta fondatezza di un sistema economico. Il punto cruciale e il discrimine della questione ora ruotano però attorno al concetto stesso di ricchezza. Non è più soltanto la quantità ormai a darne contezza, ma piuttosto ciò che la gente percepisce essere la migliore e ideale espressione di ricchezza. E tale è ritenuta essere ciò che gli stessi economisti definiscono più opportunamente con il termine 'benessere'. Che, per essere effettivamente tale, non può che essere condiviso e condivisibile. Ben-essere-oltre-il-Pil (002).jpgBenessere equo e sostenibile, appunto. Così è sceso lentamente, ma decisamente, in campo un altro acronimo, Bes. A tal punto che il Benessere equo e sostenibile è persino diventato, ovviamente associato al Pil, argomento di una delle tracce dei recenti esami scritti di maturità. Ma soprattutto, la settimana scorsa, è stato oggetto di modifica alla legge di bilancio da parte della Camera dei deputati, che ha approvato l’introduzione del Bes tra i criteri da tenere in considerazione nella futura stesura del Def (il Documento economico- finanziario). Avvenire ha da molto tempo iniziato a credere che fosse necessario prendere le distanze dal totalizzante criterio del Pil come misuratore di ricchezza/benessere e lo scorso anno ha svolto un’articolata inchiesta su questa cruciale questione intervistando grandi economisti, esperti e imprenditori, pubblicando commenti di editorialisti e affiancando a ciò una l’articolata analisi delle diverse 'dimensioni' del Bes. Si tratta dei dodici principali ambiti individuati da Cnel e Istat che costituiscono i criteri interpretativi, a livello statistico, del benessere equo e sostenibile. Dalla salute all’istruzione e formazione, dal lavoro e conciliazione dei tempi di vita all’ambiente, dalle relazioni sociali alla qualità dei servizi: ecco la nuova tavola di valori quantitativa e qualitativa con cui misurare l’autentica e reale ricchezza delle persone e di un Paese. Ora tutto questo lungo lavoro giornalistico durato quasi un anno viene raccolto e unificato in un ebook intitolato  Ben-essere, oltre il Pil, a cura di Marco Girardo e Massimo Iondini e con la prefazione del direttore Marco Tarquinio, in vendita attraverso il sito www.avvenire.it. Per l’acquisto è necessario andare nell’area ebook  all’interno della sezione 'abbonamenti'. VAI
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