venerdì 1 novembre 2013
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«Siate santi» (Lv 19,2), categorico comando per il popolo in cerca di futuro, per l’Israele di ieri e di oggi, per i viandanti verso il significato, sorpresi dall’inaspettato comando divino alla santità, che la pretende come condizione per il viaggio. I pellegrini, forse, si sarebbero aspettato altro, altro bagaglio avrebbero voluto portare con sé: sacrifici, offerte, penitenza. Non mancherà al pio itinerante il tempo della religione, del culto, della devozione. Ma il Signore gradisce un cuore puro, trasparente di verità, forte di santità. Per questo Mosè si farà voce presso gli affaticati nel passo e ricorderà il comando: «Siate santi, come il Signore è santo». Lo stesso comando lo ribadirà con nuova fragranza il Maestro di Galilea, rendendolo più forte, elevando la debolezza degli oppressi, afferrando il loro destino e colorandolo di cielo: poveri, miti, perseguitati, afflitti tutti presi nella rete della beatitudine. Santi perché Santo è il Signore, questo il destino, questa la strada per chi sogna la terra promessa, per chi celebra con la vita la bella notizia che il Signore è dalla nostra parte, come un padre tenerissimo, come una madre che mai abbandonerà il frutto del suo grembo.La Santità è chiamata universale per i credenti in Cristo, che altro non possono sognare per sé e per tutti gli uomini se non l’unico linguaggio capace di anticipare il Regno nel tempo del tragitto. Altro non si aspettano se non di vedere in faccia il proprio Dio e nel frattempo riflettere la sua luce nella storia di ogni giorno. Ognissanti non solo è una ricorrenza, un giorno da celebrare, è quasi una provocazione al tempo, agli uomini, agli avvenimenti a farsi rivestire dalla Parola che spinge l’umano Oltre, e cerca in ogni uomo il suo più alto significato, per innalzare l’ordinario alla purezza del Cielo. Santi per condividere il Regno e abbracciare il comune destino di uomini in cerca di una terra salvata dalla morte, di un tempo pacificato da ogni sofferenza. Tutti i Santi è giorno speciale per ricordare chi, pur senza canonici pronunciamenti, celebra la sua santità scritta nel libro dei giusti: le nostre mamme pronte a dare la vita, i nostri papà che consegnano nelle mani dei figli il testimone dei loro valori, le famiglie, luogo ordinario per vivere la santità, che in nome di Cristo Risorto sanno concepire la vita come puro scambio d’amore. Testimoni coraggiosi che  forti della propria fede la sanno gridare dai tetti benché le contraddizioni del vivere e l’avversione dei prepotenti.Ma c’è di più. La solennità di Ognissanti travalica il significato di una condizione propria dei credenti, di un’aspirazione di chi in Dio si rifugia e in Lui cerca significato all’esistenza avendo già in maniera chiara aderito alla sua Parola. Oggi si celebra la santità universale nascosta e prodigiosa dell’uomo giusto che, anche se ignaro, segue la strada degli onesti, la passione dolorosa e esaltante della giustizia, la lotta coraggiosa per la verità. Oggi è giorno in cui sorprendentemente coloro che hanno alto il concetto dell’umano, e per l’umano sacrificano la loro esistenza, oltre l’appartenenza religiosa saranno considerati santi. Ogni uomo è santo se pratica la giustizia, tutti siamo santi se ameremo la pace. Coloro che credono hanno il dovere di gridare al mondo la propria fede, ma la fede non è autentica se lontana dalla giustizia, se non è piantata nel cuore di una umanità rinnovata dall’amore. Per chi crede e per chi non crede, se innamorati dell’uomo, sovrabbonda il dovere di scambiarsi esperienza di santità.Oggi la Chiesa celebra la gloria dei suoi santi e di tutti i santi aprendo lo scrigno della ricchezza della santità che viene soltanto da Dio e convoca l’umanità intera alla straordinaria impresa di rendere più bello il mondo. Rivestito dalla santità di Dio, il paradiso che ci aspetta sarà anticipato negli occhi di coloro che già lo vivono, credenti e non credenti, nelle mani di chi lotta adesso per soccorrere i fratelli, di chi non ha paura di sacrificare la propria vita per la vita di chi è oppresso. «Siate santi» è rivoluzione di significato per un’umanità universalmente pacificata.
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