Il bene delle religioni per integrare chi arriva
giovedì 16 giugno 2016
​Caro direttore,ho letto qua e là che i soliti "benpensanti" si sono scandalizzati nel sentire che monsignor Galantino, parlando delle cause che hanno generato nei decenni queste nuove migrazioni dai Paesi poveri verso l’Europa, ha citato errori nella politica estera e nella politica economica dei Paesi più ricchi. Ma perché scandalizzarsi quando si sa che è la verità? Una verità che "Avvenire" ha scritto e documentato molte volte. Se questo nostro capitalismo avesse avuto qualche occhio di riguardo nei confronti di Paesi poveri che sono stati sfruttati sino all’osso, oggi non saremmo nella situazione in cui ci ritroviamo. Ciò non significa che dobbiamo fare entrare in Italia tutti gli immigrati che vogliono farlo, perché non sapremmo come farli vivere, visto che già non riusciamo ad aiutare come si deve gli italiani che non trovano lavoro. Se da una parte bisogna rivedere la politica internazionale e agire sui Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dall’altra non si può negare che una qualche forma di menefreghismo nei confronti del prossimo c’è veramente e che un po’ più di solidarietà umana e meno frenesia hi-tech farebbero onore a una Italia che ha visto tanti suoi patrioti morire nelle guerre e nelle persecuzioni per difendere i valori della libertà e della giustizia. Che sono affare di tutti i cittadini. Non bisognerebbe insegnare questi valori a tutti gli italiani, a qualsiasi razza appartengano? Credo che le religioni ci possano aiutare moltissimo.
Michele Salcito


Credo anch’io che le religioni (che solo i fanatici strumentalizzano per odiare, perseguitare e sfruttare) possano fare moltissimo per sviluppare, come dice lei, caro amico, «in libertà e giustizia» la civile capacità di far convivere le differenze e di sviluppare condizioni di concittadinanza. E non ho dubbi che la fede cristiana, anche in questo senso, possa risultare decisiva.
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