venerdì 2 luglio 2021
Aperto alle adesione dei primi cittadini di tutta Italia la lettera delle associazioni che hanno promosso il Festival della vita nascente. Già arrivate le prime sottoscrizioni (ecco come aggiungersi)
La lettera dei sindaci: necessaria la Giornata della vita nascente

Ansa

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Una lettera proposta alla firma dei sindaci di tutta Italia, alla guida di comunità grandi e piccole, da consegnare ai parlamentari per ottenere la calendarizzazione delle sei proposte di legge di tutti i partiti per istituire la «Giornata della Vita nascente» ogni 25 marzo. L’iniziativa parte dalla rete di associazioni che hanno promosso il 27 marzo il Festival della Vita nascente (manifesto e aderenti su www.giornatavitanascente.org), iniziativa popolare che – con il coordinamento di Eugenia Roccella – ha prodotto la lettera che viene ora sottoposta ai primi cittadini. Per firmare la lettera o chiedere informazioni su contenuti e finalità si può scrivere a: rete@giornatavitanascente.org.

Di seguito il testo.

L’Italia non fa più figli. I dati Istat documentano per il 2020 un ulteriore calo demografico, che è certamente dovuto in parte alla pandemia di Covid-19, ma si iscrive in una linea di continuità: dal 1975 a oggi le nascite sono sempre diminuite, con una discesa più sensibile nell’ultimo decennio. Le conseguenze dell’inverno demografico sono molteplici, e investono campi diversi. Un Paese che invecchia è meno dinamico e vitale, meno capace di innovazione e creatività, meno aperto al futuro. Lo squilibrio generazionale minaccia il sistema pensionistico e quello sanitario, con effetti pesantemente negativi per le future generazioni. Ma la denatalità danneggia anche la tenuta del tessuto relazionale, producendo solitudine per gli anziani e un progressivo impoverimento della coesione comunitaria e solidaristica del Paese. L’Italia ha anche un grave e annoso problema di abbandono dei piccoli Comuni e delle aree interne, soprattutto lungo la dorsale appenninica. Anche in questo caso lo spopolamento produce danni in diversi ambiti, tra cui la salvaguardia del territorio e della biodiversità, la conservazione delle tradizioni culturali e del patrimonio storico,

architettonico e paesaggistico.


Ma se la questione della desertificazione abitativa, in relazione anche agli eventi sismici, è stata approfondita dagli esperti e affrontata dai politici, gli sforzi per porvi rimedio sono destinati all’insuccesso se collocati in un contesto di generale depressione demografica. Il premier Draghi ha posto con forza il problema della denatalità, e l’Italia può fare tesoro delle buone pratiche già sperimentate in altri Paesi, dall’Assegno unico agli asili nido, dai servizi alla genitorialità alle politiche di conciliazione, dai congedi parentali a una maggiore equità fiscale per le famiglie. Queste misure, su cui il nostro Paese è in ritardo, sono necessarie ma non sufficienti. I fattori che frenano la natalità non sono solo economici ma anche culturali, come emerge ormai chiaramente da indagini sociologiche e statistiche.

È importante tornare a dare prestigio sociale al ruolo genitoriale, saper comunicare la ricchezza della relazione con i figli, fugare i dubbi e i timori su maternità, parto e allattamento, informare in generale sulle buone pratiche e su tutti gli aiuti messi in campo da amministrazioni pubbliche e da privati a sostegno di chi desidera diventare genitore. Sono queste le finalità dei progetti di legge (a oggi sei) depositati sia alla Camera sia al Senato, per istituire, il 25 marzo, la Giornata della Vita nascente. Si tratta di proposte prive di costi, firmate da esponenti di forze politiche di diversa collocazione, che mirano a dare un forte segnale culturale, ad aprire un dibattito che coinvolga tutto il Paese: «Lo Stato, le Regioni e gli enti locali organizzano o promuovono, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di informazione e di riflessione, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di diffondere informazioni sulla gestazione, sulle comunicazione e l’interazione relazionale precoci tra madre e figlio, sulle cure da prestare al nascituro e alla donna in stato di gravidanza, sui diritti spettanti alla gestante, i servizi sanitari e di assistenza presenti sul territorio, la legislazione sul lavoro a tutela della madre e del padre, nella prospettiva di far emergere tutta la positività dell’esperienza genitoriale».

Noi sindaci, che abbiamo a che fare con la concretezza quotidiana dei problemi dei cittadini, e conosciamo bene la nostra comunità, sappiamo quanto importante sia che il nostro Paese torni ad aprirsi alla vita e al futuro. Chiediamo quindi al Parlamento che le proposte di legge sulla Giornata della Vita nascente siano discusse e votate in tempi brevi, e che, come è stato suggerito anche dal Presidente del Consiglio, sia data al tema l’importanza che merita.

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