sabato 12 marzo 2016
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Vita, morte, salute in Italia e in terra di Campania Nella nostra bella Italia, molti diritti, tra quelli veri, restano solo sulla carta. La gente, in particolare quella più povera, deve rassegnarsi a farne a meno. In Campania accade soprattutto per il diritto al lavoro e quello alla salute. La notte buia della disoccupazione non riesce a diradarsi. La sanità è una vera piaga. Nei giorni scorsi mi sono ritrovato a visitare diversi ospedali di Napoli. Tutti sovraffollati. Tanti ammalati erano ricoverati nei corridoi. È triste, umiliante, mortificante, essere in barella, in preda al dolore che ti piega, mentre intorno c’è chi parla, passeggia, si reca da un suo caro. Occorrerebbe che tutti – amministratori, politici, cittadini – alzassero la voce su questo antico e insopportabile dramma. E invece si perde tempo a parlare di altro. A concentrare riflessione, forze e fondi altrove. Pochi giorni dopo la festa della donna, in un ospedale di Napoli, una signora è morta. Aveva 42 anni appena. Avrebbe dovuto essere operata d’urgenza per un intervento al cuore. Intervento che non è mai arrivato. Non è nostra intenzione puntare il dito contro nessuno. Anzi. Proprio perché carenti di strutture e personale, medici e infermieri fanno più del loro dovere. La magistratura dirà come sono andate le cose. Un fatto è certo, la sanità campana non risponde adeguatamente alle richieste delle persone che abitano questo territorio. Non sono pochi coloro, soprattutto genitori di piccoli ammalati, a scappare altrove per salvare la vita al loro figlioletto. In questi giorni uno scrittore campano, Roberto Saviano, ha scritto che «in Italia la legge 194 sull’aborto è perennemente negata…». È vero? Mi chiedo. La risposta è no, non è vero. Non è il 'diritto' all’aborto (che diritto ne anche per la legge che lo depenalizza è) a venire negato, ma quello alla salute. La salute di tutti, in particolare dei bambini, dei vecchi, delle donne. È per questo diritto che occorre impegnarsi. Non per battaglie ideologiche che, comunque, diffondono morte e sofferenza. Bisogna battersi perché tutte le giovani donne possano accedere alle facoltà universitarie senza discriminazioni. Perché ogni mamma possa educare i figli senza essere ingannata da nessuno. Perché tutti abbiano una casa dignitosa e un lavoro sicuro. E nessuno abbia più a morire nei nostri ospedali per mancanza di personale, di cure o di posti letto. Vogliamo che la dignità dei ricoverati non venga mortificata. Saviano, purtroppo, individua un solo vero problema. Ed è il diritto ad abortire. Negato, dice lui. Nemmeno una parola, invece, per il diritto a generare. A suoi occhi la legge 194 appare superata. Lui vuole di più. Se la legge è disattesa, invece, è proprio nella parte che riguarda l’attenzione da dare alla donna in difficoltà. Scarsa, scarsissima attenzione c’è nella prevenzione dell’aborto. Nel tentativo di andare a individuare le cause che hanno portato quella donna a prendere quella decisione. Perché si tace delle donne – e sono tantissime – che il figlio, di cui la nostra società che invecchia ha estremo bisogno, sarebbero felici di farlo nascere se solo fossero sorrette, consigliate, affiancate, aiutate da qualcuno? C’è un puzzo di morte in giro che spaventa. Sappiamo che l’Italia si sta spegnendo per mancanza di figli. Un suicidio che non si spiega. Abbiamo imboccato una illogica e masochistica discesa.  Occorre una riflessione pacata, ragionata, intelligente, umana per riequilibrare, anche solo da un punto di vista squisitamente economico e sociale, il flusso delle nascite. Non solennizzare per legge un assoluto 'diritto' a dire no alla vita. C’è poi un problema Campania. Dove, oltre al danno, si deve sopportare la beffa di ricevere dal Governo centrale meno fondi per la salute dei cittadini di quanti ne percepiscono altre Regioni. Il motivo? Perché l’età media della popolazione è più giovane. Più giovane ma più propensa ad ammalarsi e a morire. Questa è l’atroce verità. A questa si ponga riparo.
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