Furbetti del bonus per le partite Iva e poveri veri: oltre le storture
venerdì 14 agosto 2020

Caro direttore,
a proposito di più o meno (dis)onorevoli “furbetti del bonus”: sono presidente di un’associazione caritativa (San Vincenzo) di un borgo della mia città, Verona. Fra i tanti “utenti poveri” ne abbiamo uno che, lavorava in proprio con partita Iva. È già da Natale 2019 che ha perso il lavoro: cinque figli, non ha i soldi per pagare l’affitto ed è senza mezzo di trasporto (gli è stato sequestrato per mancanza di rinnovo di assicurazione). Il Centro di aiuto alla Vita, l’assistente sociale del Comune e noi (col pagamento di alcune bollette) lo stiamo aiutando per non cadere in mano agli strozzini. Lo abbiamo affidato a un commercialista per avere la possibilità di usufruire del Bonus. Conclusione: non avendo mai emesso fatture nel 2020, non rientra nel beneficio. Piove sul bagnato! Mi domando: dov’era la “testa” del legislatore quando pensava di aiutare questi indigenti?
Lino Camerlengo, Verona

Grazie dell’ulteriore segnalazione, gentile signor Lino. Su queste specifiche misure è emersa una larga convergenza in Parlamento tra maggioranza e opposizione. Credo che i cittadini sarebbero ben contenti se si fosse capaci di altrettanta collaborazione per correggere le storture che via via sono emerse: c’è forse da escludere, ma c’è certamente da includere chi è rimasto senza considerazione né aiuti. Soprattutto in casi come quello da lei descritto, che dà corpo e volto a uno di quei troppi “lavoratori grigi” (né in regola, né in nero, ma purtroppo fragili e impoveriti) dei quali abbiamo – e personalmente ho – tanto parlato su “Avvenire” e in tv nei giorni della fase acuta dell’emergenza pandemica.


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